Sei anni fa esatti Sergio Mattarella veniva eletto presidente della Repubblica: era il 31 gennaio 2015, e il Capo dello Stato, scelto dal Parlamento in seduta comune con 665 voti (poco meno di due terzi dell’assemblea elettiva), giurò e si insediò effettivamente al Quirinale pochi giorni dopo, il seguente 3 febbraio. Inizia dunque oggi, salvo sorprese ed eventuale rielezione, l’ultimo anno al Colle per Mattarella, che quest’anno compirà 80 anni e che è il primo siciliano ad aver ricoperto questa carica: tra un anno andrà eletto un nuovo presidente e proprio per questo nella seconda parte del 2021 si entrerà nel semestre bianco, cioè nel periodo di tempo in cui non è possibile per un Capo dello Stato sciogliere le Camere e indire le elezioni. Questo aspetto si aggancia direttamente alla cronaca di questi giorni, che hanno visto Mattarella impegnato nelle consultazioni per la formazione di una nuova maggioranza di governo: proprio la prossimità del semestre bianco sembra escludere l’ipotesi di tornare subito alle urne dopo la crisi del Conte bis.
Al termine del suo mandato Mattarella diventerà senatore a vita, come già accaduto per i suoi predecessori compreso l’ultimo, Giorgio Napolitano, dalle cui dimissioni nel gennaio 2015 è nata la candidatura dell’ex esponente della Democrazia cristiana. Nato a Palermo il 23 luglio 1941, Mattarella oltre che politico è stato anche avvocato e docente universitario: dal 1983 al 2008 è stato deputato, prima per la Democrazia Cristiana (di cui fu vicesegretario) e poi per il Partito Popolare Italiano, la Margherita ed il Partito Democratico. Ha ricoperto la carica di ministro per i rapporti con il Parlamento (1987-1989), di ministro della Pubblica istruzione (1989-1990), di vicepresidente del Consiglio (1998-1999), di ministro della Difesa (1999-2001) e infine di giudice costituzionale (2011-2015). Come Capo dello Stato ha finora conferito l’incarico a due presidenti del Consiglio dei ministri: Paolo Gentiloni (2016-2018) e Giuseppe Conte (nel 2018 e forse di nuovo tra pochi giorni).
Ha nominato anche una senatrice a vita, Liliana Segre, il 19 gennaio 2018, e due giudici della Corte costituzionale: Francesco Viganò, il 24 febbraio 2018, ed Emanuela Navarretta, il 9 settembre 2020. Nella sua lunga esperienza politica ha legato il suo nome anche alla riforma della legge elettorale del 1993, chiamata infatti Mattarellum: introdusse in Italia, per l’elezione del Senato e della Camera dei deputati, un sistema elettorale misto con sistema maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari; recupero proporzionale dei più votati non eletti per il Senato attraverso un meccanismo di calcolo denominato “scorporo” per il rimanente 25% dei seggi assegnati al Senato; proporzionale con liste bloccate per il rimanente 25% dei seggi assegnati alla Camera; sbarramento del 4% alla Camera. La legge ha regolato le elezioni fino a quelle del 2001, per poi essere abrogata nel 2005 e sostituita dal “Porcellum” di Calderoli.