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ACCADDE OGGI – La rivoluzione d’Ottobre che non si festeggia più

Il 7 novembre del 1917 si affermava in Russia la rivoluzione bolscevica di Lenin, un tempo celebrata ogni anno anche in Italia dal Pci e oggi non per caso dimenticata

ACCADDE OGGI – La rivoluzione d’Ottobre che non si festeggia più

Alcuni giorni fa abbiamo ricordato l’anniversario della vittoria nella Grande Guerra, una ‘’inutile strage’’ che tuttavia cambiò il corso della storia, demolì gli imperi centrali e ridisegnò i confini degli Stati, portò alla ribalta nuove forze politiche e sociali (le classi lavoratrici) che non riuscirono tuttavia per limiti delle loro classi dirigenti e per la reazione degli interessi lesi a consolidare ordinamenti più giusti, ma determinarono, nel cuore dell’Europa, l’avvento al potere di regimi dittatoriali sanguinari e provocarono le condizioni dopo pochi decenni di un altro conflitto mondiale.

Un evento, durante la Grande Guerra, intervenne a destabilizzare i rapporti tra le potenze in conflitto, la Rivoluzione russa, nel 1917, che portò prima allo sfacelo del fronte occidentale, poi alla pace separata della Russia con gli imperi centrali, le cui truppe si riversarono sugli altri fronti. In Italia le truppe austriache sfondarono il fronte a Caporetto.

Ma tornando al 7 novembre, è il giorno in cui ricorre quella che è considerata la data simbolo della Rivoluzione d’ottobre (l’Impero dello Zar non aveva ancora adottata la riforma gregoriana del calendario). Come il 14 luglio per la Rivoluzione francese.

Perché in questo giorno nel 1917 (dopo mesi di conflitti interni tra i partiti) Lenin passò all’azione a Pietroburgo e riuscì a prendere il potere. Poi seguirono anni di guerra civile che si concluse con la vittoria dell’Armata rossa che portò nel 1922 all’istituzione dell’URSS, la prima Repubblica socialista della storia, la cui presenza sullo scenario post bellico determinò l’orientamento dei partiti socialisti (e noi faremo come la Russia…..) e la grande paura della borghesia.

L’URSS divenne una grande protagonista sullo scenario internazionale per tutta la seconda metà del secolo scorso e paese-guida dei Paesi satelliti (l’area di influenza che le fu assegnata a Yalta dalle potenze alleate contro il nazismo e il fascismo). Il mito della Rivoluzione d’ottobre è sempre stato presente nei partiti comunisti di tutto il mondo e soprattutto in Europa, al di là delle ‘’vie nazionali’’, dell’esaurimento delle spinte propulsive, dei gravi dissensi e quant’altro. Il comunismo in Europa, inoltre, non è riuscito a sopravvivere alla fine (come una partita a domino) dell’URSS e delle c.d, Repubbliche popolari. Una vera e propria Atlantide del XX secolo.

Per altro il mese di novembre in cui si erano svolte, nel 1917, le ‘’dieci giornate che sconvolsero il mondo’’ fu testimone – nel 1989 (il giorno 9) – della caduta del Muro di Berlino che aveva diviso, per decenni, non solo il Continente ma anche le coscienze degli europei.

Prima della entropia che provocò la dissoluzione del blocco dei Paesi del socialismo reale la giornata del 7 novembre veniva celebrata con grandi festeggiamenti a Mosca sulla Piazza Rossa.

Enorme sfoggio della potenza militare (come vediamo fare oggi, in sedicesimo, nella capitale della Corea del Nord, Pyongyang), delegazioni da tutte le parti del mondo (ai rappresentati del Pci toccava un posto di riguardo), mentre il vertice del PCUS, schierato in ordine di gerarchia (da ciò si poteva desumere anche l’effettivo assetto di potere) osservava con orgoglio lo svolgersi della manifestazione.

Quell’evento che, nonostante tutto, ha rappresentato un passaggio della storia che ha segnato gran parte del ‘’secolo breve’’ e il destino di centinaia di milioni di esseri umani, è uscito dai radar della politica. È bastato cambiare quel nome che nel 1921 fu la condizione indispensabile per entrare a fare parte della III Internazionale. Oggi non se ne ricorda più nessuno. Come se i cristiani avessero dimenticato il 25 dicembre.

Il 7 novembre 1944 è nato a Collelongo (AQ) Ottaviano Del Turco, socialista, segretario generale aggiunto della Cgil (con Luciano Lama, Antonio Pizzinato, Bruno Trentin), parlamentare nazionale ed europeo, presidente dell’Antimafia, ministro, governatore della regione Abruzzo.

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