Il 20 giugno del 1963, esattamente 57 anni fa, Usa e Urss diedero vita a quella che passò alla storia come la “Linea Rossa”. L’anniversario di oggi, però, non riguarda l’attivazione – che risale al 30 agosto dello stesso anno – ma la firma di un documento: il “Memorandum d’intesa riguardo all’implementazione di una linea di comunicazione diretta”, siglato a Ginevra dai delegati dei governi di Stati Uniti e Unione Sovietica.
Il filo diretto della “Linea Rossa” collegava la Casa Bianca al Cremlino e aveva un obiettivo preciso: evitare di dare inizio per sbaglio alla Terza Guerra Mondiale, che negli anni Sessanta avrebbe inevitabilmente prodotto un olocausto nucleare. L’idea era nata qualche mese prima, dopo la crisi dei missili a Cuba, il momento in cui le due Superpotenze si trovarono più vicine allo scoppio di un conflitto atomico.
Visto il suo forte impatto sull’immaginario collettivo, la “Linea Rossa” è diventata quasi subito uno dei simboli della Guerra Fredda e negli anni è stata citata in decine di romanzi e di film (a cominciare da quelli di James Bond).
D’istinto, tutti pensano a un telefono (magari con cornetta cromaticamente abbinata al nome), ma in realtà la “Linea Rossa” degli albori collegava otto telescriventi (quattro per Paese), vale a dire dei dispositivi elettromeccanici usati per trasmettere messaggi di testo attraverso la rete telegrafica. Questi marchingegni furono rimpiazzati con dei fax nel 1988 e poi ancora con un complesso sistema informatico nel 2008 (ci sono di mezzo due satelliti e un cavo in fibra ottica). Com’è ovvio, tutte le comunicazioni sono sempre state criptate.
Usa e Urss scelsero di evitare il telefono per un motivo preciso: la comunicazione verbale avrebbe potuto generare equivoci, malintesi, incomprensioni, mentre la parola scritta – per sua natura più ragionata – consentiva un dialogo più sorvegliato e sicuro. Forse, chi prese questa decisione tenne presente gli accessi d’ira del presidente sovietico Nikita Kruscev, che nel 1960 si era prodotto in una sfuriata al palazzo delle Nazioni Uniti, arrivando a sfilarsi una scarpa e a sbatterla sul tavolo. Forse il numero uno del Cremlino non lo sapeva, ma quella scarpa sarebbe diventata un emblema del Novecento. Proprio come la “Linea Rossa”.