Il 25 gennaio del 1563 nasceva a Torino per mano di sette cittadini, la Compagnia di San Paolo. All’epoca la città e il Piemonte si trovavano in un periodo di forte degrado economico causato dalle lunghe guerre tra Francia e Spagna.
La figura di Emanuele Filiberto di Savoia, rientrato in possesso del ducato sabaudo nel 1559 in seguito alla pace di Cateau-Cambrésis, si rivela fondamentale per avviare una riorganizzazione politica, militare e culturale del territorio. In questo contesto, la Compagnia di San Paolo nasce con un duplice obiettivo: soccorrere la popolazione gravata dalla povertà e arginare l’espansione del protestantesimo.
Oggi la Fondazione Compagnia di San Paolo è una delle più antiche e grandi fondazioni private in Europa, di origini bancarie. Il suo scopo è quello di promuovere lo sviluppo culturale, civile ed economico. La Fondazione si impegna in tre principali obiettivi: cultura, persone e pianeta, suddivisi in quattordici missioni specifiche. La sua azione si concentra principalmente nei territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, operando nei settori consentiti dal decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153.
Il patrimonio totale della Fondazione al 31 dicembre 2023 ammonta a 8,4 miliardi di euro.
Le prime azioni di solidarietà
Le prime azioni della Confraternita della catholica fede sono improntate alla solidarietà. Questa organizzazione si dedica principalmente all’assistenza domiciliare, con un focus particolare su nobili o borghesi decaduti.
Nel 1579, la Confraternita istituisce il Monte di Pietà per contrastare l’usura che colpisce i ceti più deboli, offrendo piccoli prestiti su pegno. Si dedica anche all’assistenza femminile circa un decennio dopo, erogando doti attraverso l’istituzione della Casa del Soccorso.
Nel 1595, invece, istituisce l’Ufficio Pio per aiutare persone in difficoltà di diversi strati sociali, compresi nobili caduti in disgrazia, mercanti impoveriti, ragazze orfane, malati e mendicanti. L’Ufficio Pio ha collaborato alla costruzione della chiesa dei SS. Martiri e istituendo il Collegio dei nobili convittori. Quest’ultimo si occupa dell’educazione dei giovani di famiglie agiate ed è ora sede della scuola primaria Convitto Umberto I e dell’Albergo di virtù, orientato alla preparazione professionale dei mendicanti nei settori manifatturiero e meccanico.
L’impegno nel corso dei secoli
Nel corso dei secoli, la Compagnia di San Paolo ha ampliato il suo impegno. Verso la metà del Seicento, la Confraternita promuove l’apertura dell’Ospedale della Carità e nel secolo successivo, fornisce supporto finanziario all’Ospedale dei Pazzi, attualmente utilizzato come sede per servizi anagrafici, civili, demografici ed elettorali.
La Casa del Deposito, istituita nel 1683 per accogliere e assistere donne di ogni condizione ed età, subisce una progressiva trasformazione in un istituto educativo.
Grazie ai lasciti delle famiglie piemontesi, l’aumento del patrimonio della Compagnia determina un’attività finanziaria intensa, raggiungendo il suo apice a metà del Settecento.
La soppressione e la rinascita
Con l’annessione del Piemonte alla Francia nel 1802, la Compagnia di San Paolo viene soppressa, venendo sostituita da organi pubblici e nel 1804 il Monte di Pietà viene riorganizzato dal governo napoleonico seguendo il modello del Monte di Parigi, accentuandone il carattere creditizio.
La Restaurazione vede la rinascita della Compagnia, che dopo essere stata reintegrata nelle sue funzioni nel 1814, assume la gestione del Monte di Pietà a interessi e del Monte di Pietà gratuito. Tra il 1824 e il 1851, la Compagnia si dedica anche a fornire servizi sanitari agli indigenti, offrendo cure mediche di base e specialistiche.
Lo Stato Sabaudo riduce le attività
Nel 1853, lo Stato Sabaudo limita l’attività della Compagnia di San Paolo alle pratiche religiose. Il patrimonio e la gestione delle attività assistenziali e creditizie vengono affidati a un consiglio di nomina pubblica, denominato Opere Pie di San Paolo (successivamente Istituto di San Paolo). Questo consiglio sviluppa l’attività bancaria attraverso il Monte di Pietà, che nel corso degli anni si trasforma in una vera e propria banca.
Nel 1867, la Compagnia di San Paolo assume l’esercizio del Credito Fondiario, contribuendo al settore bancario in concomitanza con le riforme agrarie e l’incremento dell’edilizia urbana. Durante il periodo di crescita industriale a Torino, l’istituto supporta lo sviluppo delle infrastrutture e la municipalizzazione dei servizi attraverso prestiti al Comune e alla Provincia. Finanzia la creazione dell’Istituto delle case popolari e partecipa a nuovi organismi finanziari come il Consorzio sovvenzioni su valori industriali e l’Istituto federale per il credito agrario in Piemonte.
L’ente, ora chiamato Opere Pie di San Paolo di Torino, continua le attività dell’Ufficio Pio e dell’Educatorio Duchessa Isabella, rinominato nel 1883 dalle Case del Soccorso e del Deposito. Alla fine del XIX secolo, la sede dell’Educatorio Duchessa Isabella viene costruita seguendo i criteri più aggiornati di edilizia scolastica dell’epoca, fornendo educazione alle giovani dalla scuola elementare alle magistrali.
Le attività nel novecento
Nel 1907, la Compagnia finanzia la creazione del capitale iniziale dell’Istituto delle case popolari. Successivamente, contribuisce al finanziamento della costruzione della nuova sede dell’Ospedale Maggiore San Giovanni Battista “Molinette“, che viene completata nel 1935.
Negli anni Trenta del Novecento, l’Istituto Opere Pie di San Paolo di Torino sperimenta una notevole crescita come ente bancario. Nel 1931, con l’acquisizione dei depositi della Banca Agricola Italiana da parte di Riccardo Gualino, espande la propria struttura, precedentemente limitata alla città, al Piemonte e alla Liguria. Nel 1932, ottiene lo status di Istituto di credito di diritto pubblico e cambia nome in Istituto di San Paolo Torino. Dopo l’emanazione delle leggi razziali nel 1938, il Credito Fondiario del San Paolo è incaricato di gestire, principalmente in Piemonte e Liguria, le proprietà immobiliari sequestrate agli ebrei. Successivamente, con l’entrata in guerra, si occupa anche delle proprietà degli stranieri di nazionalità nemica.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Istituto Bancario San Paolo di Torino assume un ruolo significativo nella ricostruzione postbellica. Con l’espansione territoriale, la diversificazione del credito, e l’ingresso nel mercato dell’ECU, l’istituto getta le basi per la sua espansione a livello nazionale e internazionale. Nel 1950, assume il nome di Istituto Bancario San Paolo di Torino e diventa uno dei più importanti gruppi bancari europei.
Nasce la Fondazione Compagnia di San Paolo
Nel 1991, la Legge “Amato-Carli” introduce un nuovo quadro normativo che porta alla separazione tra le attività commerciali creditizie, affidate a una Società per azioni, e le attività filantropiche, gestite dall’ente che recupera il nome di Compagnia di San Paolo. Nel 1992 la Compagnia diventa così una Fondazione.
Il valore delle attività bancarie diventa il patrimonio filantropico della fondazione. All’inizio di questo processo di trasformazione, il patrimonio della Compagnia era composto principalmente dalle azioni dell’Istituto Bancario San Paolo. Tuttavia, nel corso di circa trent’anni, a seguito dell’evoluzione della banca e delle decisioni di investimento della Compagnia, il patrimonio si diversifica, includendo una partecipazione in Intesa San Paolo (6,7% delle azioni del gruppo bancario, rendendo la Compagnia il principale azionista singolo) e altri asset vari, che costituiscono i due terzi del patrimonio complessivo.
La Compagnia oggi
La Compagnia di San Paolo è attualmente una delle principali fondazioni filantropiche in Europa, con uno status di diritto privato, regolata dal proprio Statuto adottato nel marzo 2000. È associata all’ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa) e membro dell’European Foundation Centre, l’associazione delle principali fondazioni europee.
La sua missione è promuovere lo sviluppo civile, culturale ed economico delle comunità in cui opera, perseguendo finalità di pubblico interesse e utilità sociale.
Nel 2020, la Fondazione ha presentato una nuova organizzazione focalizzata su tre obiettivi – Cultura, Persone e Pianeta – e quattordici missioni, allineandosi agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite definiti nell’Agenda 2030. Questa trasformazione è stata sottolineata da un aggiornamento del logo, accompagnato dal motto “Dal 1563, il bene comune”, che riflette l’impegno continuo della Fondazione sin dalla sua nascita.