X

ACCADDE OGGI – Gianni De Michelis, 2 anni fa l’addio al ministro di San Valentino

Imagoeconomica

Sono trascorsi due anni da quando Gianni De Michelis ci ha lasciati. Viviamo in tempi in cui anche un periodo breve come quello che ci separa dal 13 maggio 2019 può divenire lo scenario di grandi cambiamenti. Tra i tanti straordinari eventi che abbiamo attraversato in questo periodo è emerso e si è rafforzato un giudizio più equilibrato sulla c.d. Prima Repubblica. Oggi quella fase storica non è più considerata, come lo è stata per anni, la sentina di tutti i vizi e le depravazioni della politica. Le personalità di spicco di quei tempi venivano definiti ”criminali matricolati” dai magistrati (più o meno gli stessi che oggi forniscono esempi di sè assai discutibili) a cui un’opinione pubblica sobillata attribuiva l’aura di angeli vendicatori. Poi il tempo è galantuomo; la miseria dell’attuale classe politica ha finito per rivalutare – con un giudizio più sereno in grado di riconoscerne  anche i meriti – quella di un passato recente, ma ormai lontano nel calendario della storia.

Un riconoscimento postumo è riservato anche a Gianni De Michelis, non solo per le opere compiute da ministro (il decreto di San Valentino del 1984, la sottoscrizione del trattato di Maastricht nel 1992, il tentativo di riformare le pensioni, ecc.), ma per la sua intelligenza e competenza. Finisco qui, con dei ricordi personali. Ho conosciuto Gianni  nel 1964, quando i socialisti dovevano competere con il Psiup in tutte le organizzazioni che erano definite ‘’di massa’’. Io  ero uno studente iscritto all’Ugi (Unione goliardica italiana, l’organizzazione degli universitari di sinistra in cui fecero le loro prime esperienze anche Craxi e Pannella). Come socialista rimasto nel Partito, dopo la scissione, venni invitato a partecipare – come delegato di Bologna – ad un’assemblea nazionale di studenti ‘’ugini’’ socialisti dove la relazione fu svolta da un giovane Gianni De Michelis. Poi quando lavoravo come sindacalista in Emilia Romagna, l’ho vidi all’opera da ministro delle PPSS, all’Anic di Ravenna, a spiegare il piano chimico, e sinceramente rimasi sconvolto dalla sua competenza perché la chimica è una cosa molto complessa (me ne resi conto quando fui eletto anni dopo segretario generale della Filcea).

Come nella trama di una nota commedia musicale di altri tempi: a spingere un bottone muore un mandarino in Cina. Nella chimica di base, avveniva più o meno lo stesso: se veniva compiuta un’operazione a Marghera, c’erano ripercussioni in Sicilia, in Sardegna e via di questo passo. De Michelis ‘’mise in buca tutti’’, sudò sette camicie in senso vero, perché divennero una dopo l’altra madide di sudore. Sviluppò peraltro un ragionamento che ammutolì tutti parlando con i lavoratori di problemi difficili, di ristrutturazione e di riconversione produttiva con le inevitabili conseguenza sul lavoro e l’occupazione. Come tutte le persone ‘’che sanno le cose’’ era l’incompetenza dei suoi interlocutori che lo infastidiva di più. 

Related Post
Categories: Politica