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ACCADDE OGGI – Fca, sei anni fa la svolta di Marchionne

Imagoeconomica

La fusione effettiva avvenne solo il 12 ottobre di quell’anno, ma l’epopea di Fiat Chrysler Automobiles ebbe inizio esattamente sei anni fa, nel giorno di Capodanno del 2014, quando venne annunciato l’inizio delle operazioni volte all’acquisizione, da parte di Fiat, della totalità del pacchetto azionario della casa statunitense Chrysler Group. A seguito di ciò, il 29 dello stesso mese il consiglio di amministrazione del gruppo italiano, riunitosi al Lingotto sotto la presidenza di Sergio Marchionne, grande regista dell’operazione, ha approvato la riorganizzazione societaria per creare un nuovo e unico gruppo industriale denominato Fiat Chrysler Automobiles.

La nuova società, con sede legale in Olanda (e domicilio fiscale a Londra), debuttò in Borsa – a New York e a Milano – il 13 ottobre 2014, ma ben prima furono messe le basi per quello che allora divenne l’ottavo gruppo automobilistico al mondo per numero di veicoli prodotti. Un’operazione monstre, che ha rilanciato la casa torinese portando sotto lo stesso tetto i marchi Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Maserati, Fiat Professional, Abarth, Jeep, Chrysler, Dodge, Ram Trucks, Mopar, SRT. Eppure, un’operazione che fa già parte della preistoria, visto che dopo la morte di Marchionne, nel luglio 2018, Fca non si è fermata e ha da poco chiuso l’accordo con i francesi di Psa Peugeot per una fusione alla pari: ora ci sono le basi per dare vita al quarto gruppo mondiale per auto prodotte, e terzo per fatturato.

La giovane vita del gruppo italo-americano, prossimo a diventare anche francese, non è stata tuttavia fatta solo di successi. Va ricordata, nel 2017, la vicenda del Dieselgate, che ha prima travolto Volkswagen ma poi anche Fca, indagata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti a causa della presunta mancata divulgazione di software che violava le norme sulle emissioni e consentiva ai veicoli di superare i limiti di inquinamento. Il 23 maggio 2017 il Dipartimento di Giustizia ha intentato una causa civile sostenendo che FCA “ha utilizzato un ‘dispositivo di disfunzione’ per eludere i controlli sulle emissioni” in oltre 100.000 veicoli tra il 2014 e il 2016. Nel gennaio 2019 Fiat Chrysler accetta di pagare 800 milioni di dollari per risolvere le cause sulle emissioni diesel.

Di quest’anno invece il flop della trattativa con Renault: il 27 maggio dalla società oggi guidata da Mike Manley, con John Elkann alla presidenza, arriva la proposta per una fusione al 50%, con governance paritetica, ma l’operazione si arena perché il governo transalpino non è convinto (lo Stato francese è il maggiore azionista della Renault con il 15% alla pari dei giapponesi della Nissan). Andrà meglio, pochi mesi dopo, il tentativo con un altro gruppo francese. Nel 2018 Fca ha fatturato 110,4 miliardi di euro, e contava quasi 200.000 dipendenti in tutto il mondo.

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Categories: Economia e Imprese