Cade oggi un anniversario cruciale per la storia del femminismo: 99 anni fa, il 26 agosto del 1920, veniva approvato negli Stati Uniti il XIX emendamento della Costituzione americana, che introduceva il suffragio universale. Fu il trionfo delle “suffragette”, il movimento per l’emancipazione femminile nato proprio con l’obiettivo di garantire anche alle donne il diritto di voto.
Le suffragette si erano riunite per la prima volta come movimento nazionale nel 1869, ma non negli Usa, bensì in Gran Bretagna. Qui la battaglia fu vinta in due tappe: la prima nel 1918, quando il Parlamento britannico diede il via libera al diritto di voto limitato alle mogli dei capifamiglia con certi requisiti di età (sopra i 30 anni); la seconda 10 anni più tardi, il 2 luglio 1928, quando il suffragio fu esteso a tutte le donne del Regno Unito.
Quanto agli Usa, il primo Stato a riconoscere parzialmente il suffragio femminile fu il Wyoming, nel 1869. Nello stesso anno, negli Stati Uniti nacquero movimenti analoghi a quelli inglesi.
Le suffragette usavano diffondere le proprie idee attraverso comizi, scritte sui muri o cartelli con slogan come “Votes for women” o contenenti frasi che inneggiavano alle leader del movimento. Spesso queste manifestazioni venivano soffocate con la violenza da parte delle forze dell’ordine e le militanti venivano arrestate.
La loro lotta però era destinata al successo, che arrivò proprio il 26 luglio 1920. L’articolo XIX della Costituzione americana che 99 anni fa estese finalmente il suffragio alle donne recita così: “Il diritto di voto dei cittadini degli Stati Uniti non potrà essere negato o disconosciuto dagli Stati Uniti o da uno degli Stati a motivo del sesso”.
Alle origini britanniche del movimento è dedicato un film del 2015, intitolato proprio “Suffragette”, diretto da Sarah Gavron e interpretato, fra le altre, da Carey Mulligan, Helena Bonham Carter e Meryl Streep.