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Accadde oggi – 7 settembre 1987: nasce il Gsm, lo standard di telecomunicazioni più diffuso al mondo

Imagoeconomica

Il 7 settembre 1987, a Copenaghen, veniva ratificato un accordo storico che avrebbe cambiato per sempre il mondo delle telecomunicazioni. Tredici Paesi europei si univano per dare vita a uno standard unico e innovativo: il Gsm (Global System for Mobile Communications). Questa decisione, presa in un’epoca in cui le comunicazioni mobili erano ancora agli albori, ha rappresentato il primo passo concreto verso l’odierna rivoluzione mobile.

Il Gsm è uno standard aperto sviluppato dalla Cept, formalizzato dall’Etsi e reso operativo dal consorzio 3GPP. Al 2017, era il sistema di telecomunicazioni mobili più diffuso al mondo, utilizzato da oltre 3 miliardi di persone in 200 Paesi.

Le telecomunicazioni mobili negli anni ’80

Negli anni ’80, le telecomunicazioni mobili erano ancora un fenomeno limitato, costoso e tecnologicamente frammentato. Ogni Paese europeo adottava sistemi diversi, rendendo difficile l’interconnessione tra reti nazionali. I primi telefoni cellulari erano enormi, poco pratici e, soprattutto, incompatibili tra le diverse reti.

L’Europa si trovava di fronte a un bivio: rimanere con standard nazionali separati e sconnessi o adottare una visione unitaria, che avrebbe permesso ai cittadini europei di comunicare oltre i confini nazionali senza vincoli. Fu proprio in questo contesto che nacque l’esigenza di creare un sistema di telecomunicazioni mobile uniforme.

La necessità di uno standard comune

Prima del 1987, le comunicazioni mobili utilizzavano tecnologie analogiche, tra cui il sistema NMT (Nordic Mobile Telephone) nei Paesi nordici, il TACS (Total Access Communication System) nel Regno Unito e l’RTMI in Francia e Germania. Questi sistemi funzionavano bene a livello nazionale ma soffrivano di evidenti limiti in termini di interoperabilità internazionale. La crescente mobilità delle persone in Europa, insieme all’espansione dei mercati comuni, richiedeva una soluzione più efficiente.

L’accordo di Copenaghen

L’accordo di Copenaghen del 7 settembre 1987 fu la risposta alla crescente necessità di superare i limiti della tecnologia analogica nelle telecomunicazioni. Con questo accordo, tredici Paesi europei si unirono per definire uno standard digitale che migliorasse la qualità delle chiamate e la capacità di connessione, aprendo la strada alla nascita del GSM.

I Paesi partecipanti erano Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia e Austria. La scelta del GSM rappresentava la determinazione dell’Europa a rimanere all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, affermandosi come leader mondiale nel settore delle telecomunicazioni.

L’accordo di Copenaghen non fu solo una decisione tecnica, ma anche una mossa strategica. Negli anni ’80, le telecomunicazioni erano dominate dagli Stati Uniti e dal Giappone, che stavano sviluppando standard propri come l’AMPS (Advanced Mobile Phone System) e il sistema PDC (Personal Digital Cellular). L’Europa, per evitare di rimanere indietro in un settore così cruciale, comprese l’importanza di adottare uno standard comune che potesse competere a livello globale.

Dopo la firma dell’accordo, iniziarono immediatamente i lavori per lo sviluppo del sistema. Il primo prototipo di rete Gsm fu testato con successo nel 1991 in Finlandia, e già nel 1992 i primi servizi commerciali erano attivi. In poco tempo, l’adozione del Gsm si espanse rapidamente in tutta Europa e, successivamente, in tutto il mondo.

La creazione del Gsm rappresentava, quindi, non solo un passo avanti per le telecomunicazioni, ma anche una vittoria politica e industriale per l’Europa, che si posizionava come un’area tecnologicamente avanzata e pronta a sfidare i giganti internazionali.

Le caratteristiche del Gsm

L’accordo di Copenaghen del 1987 non fu solo un’intesa politica, ma segnò l’inizio di una rivoluzione tecnologica. Il Gsm, infatti, introduceva per la prima volta una tecnologia digitale nelle comunicazioni mobili, segnando il superamento dei sistemi analogici e poi stabilì uno standard internazionale, migliorando la velocità di trasmissione, introducendo nuovi servizi come gli Sms e garantendo maggiore sicurezza.

Il sistema, noto come 2G, non solo permetteva le chiamate vocali, ma anche la trasmissione dati, consentendo il roaming internazionale e nuovi servizi a costi contenuti per gli utenti. Per gli operatori, offriva infrastrutture a prezzi competitivi, anche se la tecnologia di accesso Tdma (Time division multiple access) era considerata meno avanzata rispetto alla Cdma (Code division multiple access).

Il Gsm ha continuato a evolversi con l’introduzione di Gprs (2.5G) ed Edge (2.75G), migliorando ulteriormente la velocità di trasmissione e facilitando l’accesso a Internet. Il sistema includeva componenti come le Sim card, che permettevano di cambiare facilmente dispositivo senza perdere l’accesso alla rete, e il roaming internazionale, rendendo la comunicazione globale più accessibile e uniforme. Questo fu proprio uno dei pilastri su cui si basò il successo del Gsm a livello globale.

Il successo del Gsm e la sua eredità

L’adozione del Gsm portò a una crescita esponenziale del numero di utenti di telefonia mobile. Il sistema dimostrò di essere flessibile, scalabile e capace di supportare un numero sempre maggiore di utenti senza sacrificare la qualità del servizio.

L’accordo di Copenaghen del 7 settembre 1987 ha lasciato un’eredità straordinaria. Il Gsm ha rivoluzionato il modo in cui le persone comunicano, rendendo possibile la diffusione di massa dei telefoni cellulari e la creazione di un mondo sempre più interconnesso. Anche oggi, a oltre tre decenni dalla sua nascita, il Gsm continua a essere il sistema di telecomunicazione mobile più utilizzato a livello globale con una quota di mercato del 70%.

Il successo dello standard Gsm ha inoltre gettato le basi per lo sviluppo di tecnologie più avanzate, come l’Umts (3G), il Lte (4G) e, più recentemente, il 5G. Senza quell’accordo di Copenaghen, il panorama delle comunicazioni mobili sarebbe probabilmente molto diverso da quello che conosciamo oggi.

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