L’album era degli ABBA, ma non era quello che conteneva il singolo Mamma Mia!, quello che più di tutti, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, rese celebre la band musicale svedese. Il primo compact disc realizzato a scopo commerciale della storia, o per meglio dire CD, è stato venduto 37 anni fa, esattamente il 17 agosto del 1982, e riproduceva l’album The Visitors, l’ottavo (ed ultimo) in ordine di tempo degli ABBA, pubblicato nell’autunno dell’anno precedente.
Prima che venisse stampato uno degli album pop di maggior successo di quel periodo, il primo CD per fini commerciali della storia fu materialmente prodotto in Germania, dalla Philips. Una novità sicuramente storica, vista poi la diffusione su larghissima scala che i CD hanno avuto da quel momento in avanti in tutto il mondo, seppur nel tempo soppiantati dalla loro evoluzione, i DVD, e dall’avvento della musica digitale e in streaming.
I compact disc però portarono a loro volta alla scomparsa dei mitici mangianastri e delle musicassette, che avevano spopolato fino a quegli anni e che ancora rimangono nell’immaginario collettivo come indimenticabili oggetti vintage. Solo 4 anni dopo quel 17 agosto 1982, nel mondo c’erano già 9 milioni di lettori CD. Nel 1991 la vendita di CD superò il miliardo di pezzi, superando quella degli LP tradizionali. Nel 2000 il picco: furono venduti 3,5 miliardi di pezzi, vale a dire un compact disc ogni due abitanti sul nostro pianeta.
Il progetto, che vide la nascita del compact disc nella sua configurazione definitiva, si deve ad una joint venture composta dalla multinazionale olandese Philips e dalla giapponese Sony. Queste due aziende decisero di acquistare il brevetto di T. Russel, un inventore americano che già negli anni Settanta aveva perfezionato il sistema per trasferire l’informazione binaria all’interno di una memoria ottica su disco.
Dopo vari studi preliminari le due multinazionali si accorsero che il CD avrebbe consentito la creazione di un disco con una capacità di immagazzinamento di dati superiore ai 600 megabyte ed oltre un’ora di musica in formato digitale. Tuttavia, c’erano molte perplessità a riguardo, tra cui le seguenti: le memorie dei PC allora partivano da 64 KB fino a 4 MB; i lettori laser per cd erano molto costosi per le persone, che difficilmente avrebbero sostituito i cari vecchi mangianastri.
Questi dubbi vennero abbattuti, grazie al progresso tecnologico straordinario di quei primi anni Ottanta: i CD come tutti sappiamo divennero un prodotto cult di massa, fino a diventare, oggi, superati e desueti.