X

Accadde Oggi: 3 gennaio 1925 – Delitto Matteotti: cento anni fa il discorso di Mussolini che diede il via alla dittatura fascista

Wikimedia commons

Oggi ricorrono esattamente cento anni dal discorso storico pronunciato da Benito Mussolini alla Camera dei deputati il 3 gennaio 1925, un intervento che segnò una svolta definitiva nella politica italiana e che, di fatto, segnò l’inizio del ventennio fascista. Quella giornata segna non solo una dichiarazione di potere, ma l’affermazione di un regime autoritario che avrebbe cambiato per sempre il destino della nazione.

In quell’aula, Mussolini non si limitò a “assumersi la responsabilità politica, morale e storica” dell’omicidio Matteotti, ma decise di rompere ogni esitazione. Con il suo discorso, il Duce trasformò la violenza fascista da strumento informale di intimidazione a fondamento dichiarato di un nuovo ordine politico.

Non fu solo una rivendicazione delle azioni passate, ma un manifesto programmatico per il futuro. Attraverso una retorica che apparentemente lo vedeva “giocare in difesa”, Mussolini riuscì a imporre la sua visione di un’Italia unificata sotto il controllo assoluto del regime, inaugurando di fatto la dittatura fascista.

Un’Italia tra tensioni e opposizioni contro il regime fascista

Nel 1924, l’Italia era attraversata da forti tensioni politiche. Il fascismo di Mussolini, salito al potere dopo la Marcia su Roma nel 1922, si trovava ad affrontare una crescente opposizione. Il delitto del deputato socialista Giacomo Matteotti, assassinato il 10 giugno dello stesso anno, aveva scosso l’opinione pubblica. Il caso aveva messo in discussione la legittimità del regime fascista, accusato di essere coinvolto nell’omicidio. Le opposizioni, tra cui il Partito Popolare Italiano e il Partito Socialista, avevano reagito con la “secessione dell’Aventino”, abbandonando la Camera dei deputati per protestare contro l’integrità del governo.

Il discorso di Mussolini: “Io mi assumo la responsabilità”

Il 3 gennaio 1925, Mussolini salì alla tribuna della Camera dei deputati per affrontare la questione che aveva tenuto l’Italia in subbuglio per mesi: l’omicidio di Matteotti. In un’atmosfera di grande tensione, il Duce esordì con queste parole, che avrebbero segnato un punto di non ritorno nella storia del Paese:

Dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto.”

Con queste parole, Mussolini si fece carico delle violenze fasciste, in particolare dell’assassinio di Matteotti, pur sottraendosi a qualsiasi accusa diretta sul piano materiale. Riconobbe che il clima politico dell’Italia degli anni Venti, caratterizzato da violenza e intimidazione, era stato da lui alimentato, ma lo presentò come una necessità per il consolidamento dello Stato fascista.

Se il Fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una superba passione della migliore gioventù italiana, a me la colpa!” dichiarò, concludendo la sua arringa con una sfida aperta all’opposizione: “Voi avete creduto che il Fascismo fosse finito… Ma il Partito è forte, e non ci sarà bisogno di altro.”

La minaccia velata e le conseguenze politiche

Quello che sembrò un atto di autoassoluzione si trasformò in una vera e propria dichiarazione di potere. Mussolini minacciò apertamente chiunque volesse opporsi al regime, affermando che il governo era in grado di “stroncare” ogni sedizione. Questo intervento segnò l’inizio della fase più autoritaria del fascismo, con la fine di ogni speranza di opposizione parlamentare e l’inizio di una vera e propria dittatura.

Nel giro di pochi giorni, la situazione politica cambiò radicalmente. Il 4 gennaio 1925, Luigi Federzoni, ministro dell’Interno, inviò circolari ai prefetti di tutta Italia, dando il via a una repressione senza precedenti contro le opposizioni politiche. Circoli, associazioni e giornali di sinistra furono chiusi e i dissidenti arrestati. Il governo fascista consolidò rapidamente il proprio potere, rendendo sempre più difficile ogni forma di opposizione.

Un’Italia senza opposizione

Il discorso del 3 gennaio 1925 fu la fine della “secessione dell’Aventino”, e con essa l’ultima resistenza formale del parlamento contro il fascismo. Nel gennaio del 1925, infatti, la Camera approvò numerosi decreti-legge che consolidarono il potere di Mussolini, eliminando le ultime vestigia di democrazia. La Camera dei deputati, sotto il controllo del Partito Fascista, approvò senza discussione una serie di leggi autoritarie, le “leggi fascistissime”, che portarono all’instaurazione di un regime totalitario.

Il discorso di Mussolini non solo risolse la questione del delitto Matteotti, ma pose le basi per l’affermazione del regime fascista in Italia, che sarebbe durato fino al 1945.

A un secolo dal 3 gennaio 1925, il discorso di Mussolini alla Camera dei deputati rimane uno degli atti più significativi della storia politica italiana del Novecento. Il 3 gennaio segna di fatto l’inizio del ventennio fascista, un periodo in cui il regime Mussoliniano impose il suo controllo su tutte le istituzioni e la vita quotidiana degli italiani.

Per approfondire il contenuto del discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925, è possibile consultare il testo integrale disponibile su qui su Wikisource.

Il discorso di Mussolini alla Camera: il video

Related Post
Categories: Politica