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Accadde Oggi – 26 dicembre 1933: nasce la Nissan, storia della casa giapponese che ora punta alle nozze con Honda

Imagoeconomica

Il 26 dicembre 1933, esattamente 91 anni fa, venne fondata in Giappone la Nissan, oggi uno dei protagonisti globali nel settore automobilistico. Creata dal magnate Yoshisuke Aikawa con sede a Nishi-ku, Yokohama, l’azienda è diventata un simbolo di eccellenza giapponese nell’industria delle quattro ruote. La sua storia, però, affonda le radici molto prima della sua fondazione ufficiale, caratterizzata da innovazioni tecnologiche, acquisizioni e alleanze strategiche che l’hanno trasformata in una delle case automobilistiche più influenti del mondo.

Oggi, Nissan è presente sul mercato con i marchi Nissan, Infiniti e Datsun. In Italia, è conosciuta principalmente per i suoi fuoristrada, la citycar Micra e il crossover Qashqai. È la seconda casa automobilistica giapponese dopo Toyota (sesta al mondo) e dal 1999 fa parte dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi (quarto gruppo a livello globale). In passato, Renault deteneva il 44,4% delle azioni con diritto di voto in Nissan, ma la sua partecipazione si è ridotta al 15%, mentre Nissan possiede il 15% delle azioni senza diritto di voto in Renault. Dal 2016, Nissan ha acquisito una quota del 34% di Mitsubishi Motors. Nissan si distingue come il marchio giapponese leader in mercati chiave come Cina, Russia e Messico.

La casa giapponese è anche tra i maggior produttori mondiale di veicoli elettrici, con oltre 320.000 auto completamente elettriche vendute. Il modello più venduto della sua gamma di veicoli elettrici è la Nissan Leaf, che è anche tra le auto elettriche più vendute a livello globale, dopo la Tesla Model 3. Dal 2021, il marchio di alta gamma, Infiniti, offre esclusivamente veicoli ibridi o elettrici.

Nel 2023, Nissan ha registrato un totale di 3.374.271 veicoli venduti a livello globale.

Le radici della Nissan: dalla DAT alla fusione con Tobata Casting

La storia di Nissan affonda le sue radici nel 1911, quando Masujiro Hashimoto fondò la Kwaishinsha Motor Car Works, producendo nel 1914 la sua prima auto, la DAT, un nome che deriva dai cognomi dei tre fondatori: Den, Aoyama e Takeuchi. Negli anni successivi, l’azienda attraversò diverse trasformazioni: nel 1918 divenne Kaishinsha Motorcar Co., Ltd., e nel 1925 assunse il nome DAT Jidosha & Co. Ltd. La produzione iniziale si concentrò principalmente su autocarri, complice la scarsità di domanda per le autovetture in Giappone e la necessità di ricostruzione dopo il devastante terremoto del Kantō del 1923. I primi autocarri DAT furono destinati anche alle forniture militari.

Nel 1931, DAT Motors introdusse la Datson 10, un’auto compatta che segnò una svolta per l’azienda. Il nome, che significava “figlio di DAT”, fu modificato in Datsun nel 1933, quando Nissan prese il controllo dell’azienda, per evitare la connotazione negativa del termine “son” (perdita) in giapponese. Con la nascita del marchio Datsun, Nissan iniziò a produrre veicoli che divennero il simbolo della sua espansione internazionale, come la Datsun 11.

La svolta decisiva avvenne nel 1933, quando Yoshisuke Aikawa, fondatore della holding Nihon Sangyo, incorporò DAT Motors nella Tobata Casting, un’altra azienda del gruppo. Questo passaggio segnò l’avvio della produzione automobilistica sotto il nome Nissan, abbreviazione usata alla Borsa di Tokyo per Nihon Sangyo.

La Nissan Motor Co., Ltd. nacque ufficialmente nel 1934 con sede a Yokohama. La prima auto prodotta con il marchio Datsun arrivò nel 1935, ma la Seconda Guerra Mondiale interruppe la produzione, che riprese nel 1947.

Nel dopoguerra, Nissan si rilanciò con modelli innovativi, come il Nissan Patrol del 1951, un fuoristrada robusto e potente, progettato sfruttando l’esperienza accumulata durante il conflitto. Con un motore sei cilindri da 85 CV e una trazione integrale superiore alla Jeep Willys americana, il Patrol rappresentò un ulteriore passo avanti nella crescita del marchio Nissan, consolidando la sua posizione nel mercato globale.

L’espansione globale di Nissan

L’espansione internazionale di Nissan fu possibile grazie alla collaborazione con la statunitense Graham-Paige Company, che fornì macchinari, tecnologie e licenze per la produzione di autoveicoli, autobus e autocarri. Questa partnership, iniziata nel 1937, permise a Nissan di migliorare la qualità della produzione e di posizionarsi strategicamente sui mercati esteri, in particolare negli Stati Uniti. Parallelamente, dal 1934, Nissan iniziò a costruire l’Austin 7 su licenza, segnando il primo successo internazionale della Datsun.

Nel 1952 un nuovo accordo con Austin Motor Company permise a Nissan di assemblare e vendere in Giappone 2.000 vetture Austin, utilizzando componenti importati dal Regno Unito. Successivamente, Nissan sviluppò versioni completamente prodotte in Giappone, come l’Austin A50 del 1955. La collaborazione si rivelò cruciale per il trasferimento di conoscenze tecniche, contribuendo allo sviluppo di motori Datsun. In totale, tra il 1953 e il 1959, Nissan produsse 20.855 Austin.

Il consolidamento sui mercati esteri proseguì negli anni ‘50 e ‘60, con la vittoria della Datsun 210 al “Mobilgas Round Australia Trial” del 1958, che segnò il debutto internazionale del marchio. Lo stesso anno iniziò l’esportazione negli Stati Uniti, dove nel 1960 fu fondata la Nissan Motor Corporation Usa. In Europa, Nissan si affacciò gradualmente, a partire dalle licenze Austin fino al lancio del modello Micra, che divenne uno dei veicoli più venduti del continente grazie alla sua praticità e affidabilità.

Nel 1966 la fusione con la Prince Motor Company arricchì la gamma Nissan con modelli iconici come la Skyline e la Gloria. Questi veicoli di fascia alta consolidarono il prestigio del marchio, mentre il nome “Prince” fu mantenuto in Giappone fino al 1999 presso i concessionari Nissan Prince Shop.

Negli anni ‘70, Nissan rafforzò ulteriormente la sua presenza internazionale con il lancio della sportiva Datsun 240Z, una vettura potente e dal design accattivante. Durante gli anni ‘80, l’azienda investì in Europa, acquisendo interessi nella Motor Iberica in Spagna e collaborando con Alfa Romeo nella produzione dell’Arna. La creazione del Nissan European Technical Centre nel 1988 segnò l’inizio di una nuova era di espansione nel Regno Unito e in Italia, consolidando Nissan come una delle principali case automobilistiche mondiali. Nel 1989 lancia anche il marchio di lusso, Infiniti, destinato al mercato nordamericano.

La crisi finanziaria degli anni novanta e l’alleanza con Renault

Negli anni ’90, Nissan introdusse sul mercato europeo una nuova versione della Micra, premiata nel 1993 come auto dell’anno, e il 4×4 Terrano II, prodotto a Barcellona. Il decennio è, però, segnato da una grave crisi finanziaria che nel 1999 portò Renault a intervenire, acquisendo una quota significativa di Nissan (quasi il 45%) e avviando l’alleanza Renault-NissanMitsubishi. Il manager brasiliano Carlos Ghosn guidò il risanamento attraverso il “Nissan Revival Plan”, che, pur comportando 21.000 licenziamenti, riuscì a riportare l’azienda in attivo. Questo piano fu considerato uno dei più straordinari recuperi aziendali nella storia dell’automobile, portando Nissan a record di profitto e a una profonda rinnovazione delle sue gamme di modelli.

La ripresa di Nissan, però, fu seguita da una nuova crisi di profitti ma soprattutto da scandali interni. Ghosn, dopo aver lasciato il ruolo di Ceo nel 2017, mantenne la presidenza, ma fu arrestato nel novembre 2018 per presunti illeciti finanziari, tra cui cattiva gestione e occultamento di redditi. Un secondo arresto nel 2019 scatenò una crisi interna che portò alle dimissioni di Hiroto Saikawa, anch’egli accusato di pratiche simili, e all’ascesa di Makoto Uchida come nuovo Ceo a fine 2019. Le vicende legali danneggiarono gravemente la reputazione dell’azienda.

L’azienda affrontò nuovamente un calo delle vendite, che portò a una diminuzione dei profitti. Nel 2019, questa situazione provocò il licenziamento di 12.500 dipendenti e la chiusura di stabilimenti in Indonesia e Spagna. La pandemia di COVID-19 aggravò ulteriormente le difficoltà, costringendo Nissan a ridurre la capacità produttiva del 20% e a ritirarsi dal mercato sudcoreano. Nel novembre 2020, le perdite raggiunsero i 421 milioni di dollari, un risultato reso ancora più grave dal fallimento della strategia di “volume a ogni costo”.

Nonostante i benefici derivanti dall’alleanza con Renault, come l’accesso a tecnologie innovative e una maggiore presenza globale, negli ultimi anni la collaborazione ha subito un riassetto. Nel gennaio 2023, Renault ha deciso di ridurre la propria partecipazione in Nissan al 15%, trasferendo una parte delle azioni a un trust francese e parificando il peso decisionale tra i due partner. Nel contempo, Nissan deterrà il 15% di Ampere, la nuova divisione francese dedicata alla mobilità elettrica.La ristrutturazione è stata completata nel novembre 2023, segnando l’inizio di una nuova fase nell’alleanza.

La Nissan oggi: la crisi e la possibile fusione con Honda

Negli ultimi anni, Nissan ha incontrato serie difficoltà a riprendersi, vittima di una leadership instabile e della difficoltà di adattarsi ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori. La crescente concorrenza, in particolare dalle case automobilistiche cinesi e da nuovi attori come Tesla, ha messo sotto pressione la terza casa automobilistica giapponese. Recentemente, Nissan ha annunciato una riduzione della capacità produttiva e il taglio di 9.000 posti di lavoro a livello globale. Inoltre, il CEO Uchida ha scelto di dimezzarsi lo stipendio, a testimonianza della gravità della situazione. Nonostante le misure drastiche adottate, Nissan ha riconosciuto di aver raggiunto un punto di non ritorno, ed è così emersa l’idea di una fusione con Honda, la seconda casa automobilistica giapponese, con la possibilità di includere Mitsubishi, di cui Nissan possiede il 24%.

La fusione è considerata la risposta delle case automobilistiche giapponesi alla crescente e insostenibile concorrenza cinese, con l’intento di rafforzare gli investimenti nel settore dell’elettrico. E proprio pochi giorni fa, Honda e Nissan hanno confermato ufficialmente l’avvio delle trattative, firmando un memorandum d’intesa (MoU) per la creazione di una holding congiunta. Se concretizzata, la fusione, che darà vita al terzo gruppo automobilistico mondiale, potrebbe essere quotata alla Borsa di Tokyo nel 2026, con Honda che avrà la maggioranza nel consiglio di amministrazione della holding. La gestione dei marchi rimarrà separata. L’obiettivo della holding è generare un fatturato annuale superiore a 30 trilioni di yen (circa 200 miliardi di euro) e un utile operativo che superi i 3 trilioni di yen.

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