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Accadde Oggi – 2 gennaio 1942: la fine del Duquesne Spy Ring, il più grande caso di spionaggio negli Usa

Wikimedia Commons

Il 2 gennaio 1942, si concludeva il più grande caso di spionaggio nella storia degli Stati Uniti: il Duquesne Spy Ring (il giro spionistico di Duquesne). In quella data, 33 membri di una rete di spie naziste furono condannati a un totale di oltre 300 anni di carcere, segnando una grande vittoria per l’FBI. ponendo fine a una delle operazioni di spionaggio più pericolose che la Germania nazista avesse mai condotto sul suolo americano. Il caso divenne una vittoria simbolica per l’FBI, segnando un trionfo per il controspionaggio e una potente dimostrazione della capacità delle autorità di smantellare una rete così ben organizzata. Ecco la storia.

Cos’era il Duquesne Spy Ring?

Nel 1941, gli Stati Uniti erano da poco entrati nella Seconda Guerra Mondiale, e con l’imminente conflitto, anche la Germania nazista aveva avviato operazioni di spionaggio sul suolo americano. A capo di una delle reti più pericolose c’era Fritz Joubert Duquesne, un ex soldato di ventura sudafricano con un lungo passato come spia, già attivo nell’Impero tedesco durante la Seconda Guerra Boera. Sotto la sua guida, nacque il “Duquesne Spy Ring”, una rete spionistica composta da 32 membri, infiltrati in vari settori della società americana, con l’obiettivo di raccogliere informazioni vitali per la Germania e sabotare gli sforzi di guerra alleati.

I membri del gruppo si erano sistemati in posizioni chiave, utilizzando lavori apparentemente innocenti per mascherare la loro attività di spionaggio. Alcuni erano impiegati come commercianti, altri lavoravano in compagnie aeree o ristoranti, dove avevano accesso a informazioni cruciali come la posizione delle navi alleate nell’Oceano Atlantico o dettagli sui movimenti militari.

La scoperta del Duquesne Spy Ring

Fu grazie all’abilità investigativa dell’FBI che la rete fu scoperta. L’agenzia, sotto la direzione di J. Edgar Hoover, avviò un’inchiesta mirata nel 1941. Fu proprio la figura di Frederick “Fritz” Duquesne a spiccare tra i sospetti, un uomo capace di nascondersi sotto diverse identità, come quella di un conte russo, un editore newyorkese e un gentiluomo inglese con monocolo. Le sue operazioni si estendevano in tutta la nazione, e i suoi contatti erano ben radicati nel mondo dell’intelligence tedesca.

L’operazione dell’FBI sotto la guida di Hoover

La vera svolta nelle indagini avvenne grazie alla collaborazione di William G. Sebold, un cittadino americano che, dopo essere stato ricattato dai nazisti, decise di diventare una spia per l’FBI. Sebold fu determinante nel fornire informazioni critiche alla polizia federale, diventando un agente doppio. L’FBI istituì una stazione radio a onde corte a New York per monitorare le comunicazioni tra la rete spionistica e la Germania, permettendo di intercettare messaggi segreti e manipolare le informazioni in uscita verso il nemico.

L’apporto di Sebold fu cruciale per sventare un attentato organizzato dal gruppo contro una fabbrica chimica della DuPont, un’azione che avrebbe potuto compromettere gravemente gli sforzi bellici degli Alleati. Grazie alle informazioni fornite da Sebold, l’FBI riuscì a fermare il piano in tempo.

Gli arresti e la condanna

Nel giugno del 1941, l’FBI arrestò Duquesne e i suoi 32 complici. L’indagine culminò con il processo, e il 2 gennaio 1942, tutti i membri del Duquesne Spy Ring furono condannati a un totale di oltre 300 anni di carcere. Il caso divenne famoso per essere il più grande processo di spionaggio nella storia degli Stati Uniti, e le condanne furono una vittoria simbolica per l’intelligence americana, che aveva smantellato una delle più pericolose reti di spie mai operanti sul suolo statunitense.

Tra i membri arrestati vi erano:

  • Fritz Duquesne: leader del gruppo, noto per la sua abilità nel travestirsi e nel manipolare le persone.
  • Paul Bante: ex ufficiale della marina tedesca, specializzato in trasmissioni radio.
  • Max Blank: commerciante di New York, coinvolto nella raccolta di informazioni industriali.
  • Heinrich Clausing: cuoco di bordo, che forniva dettagli sui movimenti delle navi alleate.
  • Paul Fehse: impiegato in una compagnia di navigazione, con accesso a informazioni sulle rotte marittime.
  • Gustav Wilhelm Kärcher: ex soldato, coinvolto in attività di sabotaggio.
  • Herman W. Lang: ingegnere, specializzato in aeronautica, che forniva dettagli su tecnologie alleate.
  • Else Weustenfeld: una delle tre donne coinvolte, che operava come messaggera.
  • Axel Wheeler-Hill: ex ufficiale della marina tedesca, specializzato in trasmissioni radio.
  • Bertram Wolfgang Zenzinger: commerciante, coinvolto nella raccolta di informazioni industriali.

La caduta del Duquesne Spy Ring rappresentò un colpo devastante per gli sforzi di spionaggio della Germania durante la Seconda Guerra Mondiale. La rete di Duquesne aveva fornito informazioni vitali sulle forze armate statunitensi, rivelando piani strategici, movimenti militari e dettagli sulle forniture belliche. La sua disarticolazione ridusse notevolmente la capacità della Germania di raccogliere informazioni critiche sugli Alleati.

Oggi, l’episodio è ricordato come una delle operazioni di controspionaggio più efficaci nella storia dell’FBI, e il suo successo evidenziò l’importanza di una cooperazione stretta tra agenzie di intelligence e cittadini nel proteggere la sicurezza nazionale. Il Duquesne Spy Ring, infatti, non solo segnò la fine di una pericolosa rete di spie, ma dimostrò anche il valore cruciale del doppio gioco, un’arma potente contro le operazioni di spionaggio nemiche.

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