Una canzone indelebile nel cuore della gente: Imagine compie oggi 53 anni. È nel maggio del 1971 che nella residenza di John Lennon a Tittenhurst Park – zona del Berkshire, poco fuori Londra – viene inciso l’album Imagine: è co-prodotto dall’ex Beatles, la moglie Yoko Ono e il produttore discografico Phil Spector. Ma è l’11 ottobre di quello stesso anno che viene pubblicata la traccia Imagine, come estratto dall’album. Fin dalla sua pubblicazione, il brano riscuote un successo straordinario. Si tratta del singolo più venduto nella carriera solista di John Lennon: ben 1,6 milioni di copie solo nel Regno Unito.
Nel 2004, Imagine è stata inserita al terzo posto nella lista delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi della rivista Rolling Stone. Il video musicale, con Lennon seduto al pianoforte bianco a Tittenhurst Park, è diventato iconico: quel pianoforte è stato venduto all’asta per oltre 2 milioni di dollari. Inoltre, il processo creativo del disco è stato documentato nel film Gimme Some Truth: The Making of John Lennon’s Imagine Album (2000) e nel libro Imagine John Yoko (2018), entrambi curati da Yoko Ono.
Imagine e la religione positiva
Nonostante la sua fama, il significato di Imagine è spesso stato frainteso. La canzone invita a immaginare un mondo alternativo, libero da divisioni e conflitti. Nel 2019, l’Unicef la riconosce come inno alla pace mondiale. Tuttavia, Lennon la considerava più un manifesto politico. Un modo per chiedere unità e uguaglianza, eliminare le barriere sociali moderne, come i confini geopolitici o le classi sociali.
Il brano, tuttavia, è stato anche accusato di blasfemia da vari gruppi religiosi, specialmente per la prima frase del testo: “Immagina che non ci sia un paradiso”. In realtà, l’idea degli autori non era quella di negare le religioni, ma di superare il concetto divisivo per cui “il mio Dio è più grande del tuo”. Per scrivere il testo Lennon e Ono si ispirarono al concetto di preghiera positiva: se tutti riusciamo ad immaginare qualcosa, tale visione può concretizzarsi.
La collaborazione di Yoko Ono in Imagine
Nel 1971 la canzone viene pubblicata solo sotto il nome di John Lennon. È stato l’artista stesso, nel 1980, a ammettere il debito nei confronti di Yoko Ono, in un’intervista rilasciata alla Bbc il 6 dicembre del 1980. Lennon dichiarò che l’ispirazione della canzone proveniva dalle poesie del libro Grapefruit, pubblicato da Yoko Ono nel 1964. A tal proposito affermò: “In realtà, dovrebbe essere accreditata come una canzone Lennon-Ono, perché gran parte del testo e del concetto sono venuti da Yoko. Ma all’epoca ero un po’ più egoista, un po’ più macho, e ho omesso di menzionarlo. Se fosse stato David Bowie, avrei messo Lennon-Bowie. Quando abbiamo scritto Imagine ho messo solo Lennon perché, sai, lei era solo la moglie. E non si mette il nome della moglie, giusto?”
Nel 2017, Yoko Ono ha avviato le pratiche per ricevere il ruolo di co-autrice di Imagine, ruolo a lei ufficialmente riconosciuto nel 2018 dalla National Music Publisher’s Association, a distanza di 46 anni dalla morte del marito.
Imagine è un brano Ono-Lennon: cosa significa?
Dare a Yoko Ono il titolo di co-autrice di Imagine ha delle conseguenze sul piano economico. Questo riconoscimento allunga la vita dei proventi derivanti dai diritti d’autore della canzone. Tali diritti sono godibili per gli eredi fino a 70 anni dopo la morte dell’ultimo co-autore, nei principali Paesi industrializzati. Una volta scaduto questo termine, la canzone diventa di pubblico dominio. Se Imagine fosse rimasta accreditata solo a John Lennon, i suoi eredi avrebbero potuto guadagnare dalle royalty solo fino al 2050. Con Yoko Ono come co-autrice, i diritti non diventeranno di pubblico dominio fino al 2088.
Il riconoscimento della collaborazione di Ono modifica anche la distribuzione dell’eredità di John Lennon. Si riduce la quota spettante a Julian Lennon, figlio di John e della sua prima moglie, Cynthia Powell, mentre aumenta la porzione destinata a Yoko Ono e a sua figlia Kyoko, avuta con il suo ex marito Anthony Cox. Vero è che Imagine resta, ancora oggi, la più bella canzone di pace e speranza mai scritta. Attuale più che mai.