Come si vive la crisi globale in Israele? Conta di più il crollo delle Borse e i rischi sovrani che minacciano l’euro e la stabilità finanziaria del mondo oppure il nuovo protagonismo della Palestina e il nuovo ruolo della Turchia e l’onda lunga della ribellione araba? FIRSTonline lo ha chiesto a Roger Abravanel, guru della consulenza aziendale (ex McKinsey) e grande conoscitore di Israele
FIRSTonline – Ingegner Abravanel, come vive Israele la crisi economica e finanziaria globale? E’ sostanzialmente decorrelata oppure il rallentamento mondiale dell’economia e la crisi delle Borse fanno sentire i suoi effetti?
ABRAVANEL -L’economia israeliana ha avuto una performance eccezionale in questi anni, basata sulle esportazioni high tech. Nel dopo crisi 2008 ha avuto un lieve rallentamento, ma poi ha ripreso a crescere il PIL a livelli di 4-5 % l’anno senza problemi. Eppure lo stato è indebitato , quasi l’80 % del PIL, ridotto dal 110 di 10 anni fa dai tagli di Netanhiu, ma la politica fiscale prudente di quegli anni più soprattutto la crescita hanno consentito di mantenere ritmi “cinesi” ,mentre la borsa di Telaviv è schizzata di + 80 percento nel 2009 e + 15 nel 2010. La lezione che dovremo ritenere è che ciò che conta è la crescita , anche con debito elevato
FIRSTonline – Che effetto sta avendo su Israele e sulla sua economia l’indecifrabile rivoluzione araba e in particolare l’enigma egiziano?
ABRAVANEL – Per il momento è un effetto di preoccupazione politica più che economica. Il rallentamento in corso nel 2011, anche se a livelli superiori al 4 % è più dovuto al rallentamento della economia mondiale. La crescita della economia israeliana è più legata al high tech, come il sofwtare e il biomedicale che sono meno legati alla crisi.
FIRSTonline – Quanto pesano sulle prospettive economiche e finanziarie di Israele il nuovo ruolo che sta assumendo la Turchia nel Mediterraneo e in Medio Oriente?
ABRAVANEL – E’ lo stesso discorso di prima , la preoccupazione è più politica che economica, anche se alla fine sarà anche l’economia a risentirne. In poco tempo Israele ha perso due alleate del mondo arabo con cui era in pace , l’Egitto e la turchia. Aggiungiamo a questo l’Iran che si sta armando con la bomba nucleare ( e dice che Israele non ha il diritto di esistere) e la Siria/hezbollah che riarmano il Libano in barba agli osservatori dell’ONU e si capisce perché gli Israeliani siano molto preoccupati. In più l’America, che da anni è un loro protettore importante è sicuramente oggi meno potente e Obama non certo un amico di Israele come i suoi predecessori
FIRSTonline – C’è un aspetto dell’economia israeliana, forse meno conosciuto ai più ma molto interessante soprattutto per il mondo del business, che è rappresentato dall’eccellente capacità di innovazione tecnologica, spesso di origine militare: dopo l’auto che vola o i numerosi brevetti farmaceutici, quali novità si profilano all’orizzonte in questo campo?
ABRAVANEL – A luglio a Milano in piazza Duomo per una settimana abbiamo avuto una mostra intitolata “the unexpected Israel”, ( L’Israele che non ti aspetti) si può trovare su internet ed è uno show delle innovazioni israeliane che rendono il mondo migliore e che stupiscono chiunque ne viene a contatto . nell’agricoltura ( i pomodori pachini e l’irrigazione goccia a goccia), nella medicina ( la cura della sclerosi multipla) ,in internet ( algoritmi alla base di email , skype ecc) nella TV ( la TV a pagamento) nella telefonia ( la segreteria telefonica) e così via.