Abertis, gruppo multinazionale spagnolo di infrastrutture e mobilità, parte della galassia della famiglia Benetton e controllato da Mundys e Acs Group (società di Florentino Perez, proprietario anche del Real Madrid) consolida la sua posizione in Francia. Attraverso la sua controllata francese Hit, Abertis ha acquisito dalle società Crédit Agricole Assurances e Axa IM Alts il 51,2% dell’autostrada A-63 (circa 105 km), che collega Salles a Saint-Geours-de-Marenne nel sud-ovest della Francia.
L’operazione, del valore di 1,5 miliardi di euro (equity value), rafforza ulteriormente la presenza di Abertis in un mercato strategico, sempre più importante dopo la sua uscita dall’Italia. In Francia, Abertis è già attiva con Sanef, uno dei principali operatori autostradali del Paese. L’A-63, lunga complessivamente 206 chilometri e a pedaggio, costituisce una connessione vitale tra la Spagna e l’Europa settentrionale.
A-63: corridoio strategico per il traffico internazionale
L’A-63 è un’autostrada a doppia carreggiata con tre corsie per senso di marcia, ed è fondamentale per il traffico commerciale e turistico che collega la Spagna all’Europa settentrionale. Passando per importanti località turistiche come Bordeaux, Bayonne, Biarritz, Anglet e Saint-Jean-de-Luz, l’autostrada rappresenta un corridoio strategico in una delle aree più frequentate dai turisti, specialmente vicino al confine spagnolo. Con l’acquisizione, Abertis si assicura un’infrastruttura maturo e di lunga data, operativo dal 2013, che offre un potenziale di crescita nei prossimi 26 anni.
L’acquisizione non solo arricchisce il portafoglio di Abertis, ma segna anche una svolta nell’espansione del gruppo nel sud del Paese, un’area meno coperta dai suoi attuali asset. La nuova tratta rappresenta così una mossa strategica, dato che la maggior parte degli altri asset di Abertis in Francia si trova nel nord del Paese, con l’eccezione di una piccola infrastruttura nei pressi di Lione.
Numeri e prospettive future dell’A-63
Dal punto di vista finanziario, l’A-63 ha generato nel 2024 ricavi pari a 170 milioni di euro, con un EBITDA di 134 milioni di euro, grazie all’andamento positivo del traffico. La concessione, che durerà fino al 2051, presenta quindi ampie prospettive di crescita per Abertis, con la possibilità di consolidare la sua posizione in un mercato chiave.
A seguito della conclusione dell’operazione, gli azionisti di Abertis, Acs e Mundys, hanno deciso di effettuare un aumento di capitale di 400 milioni di euro (200 milioni ciascuno) per sostenere la crescita del gruppo e rafforzare ulteriormente il suo bilancio.
Innovazione nelle infrastrutture autostradali
Oltre ad arricchire il proprio portafoglio, Abertis punta anche sull’innovazione tecnologica per migliorare l’esperienza degli utenti. In Francia, il gruppo con Sanef è già coinvolto in progetti innovativi, come il sistema di pedaggio senza barriere sulle autostrade A-13 e A-14, una soluzione pionieristica che ha facilitato i flussi di traffico e ridotto i tempi di percorrenza. Abertis continua così a investire in tecnologie che ottimizzano la gestione delle infrastrutture, consolidando la sua posizione di leader nel settore delle concessioni autostradali.
“Siamo lieti di ampliare la nostra presenza in un mercato chiave come quello francese, che ci permette di consolidare la nostra posizione di operatore di riferimento, non solo nel Paese, ma anche in Europa, dove abbiamo un’esperienza pluriennale nella gestione delle infrastrutture” – ha dichiarato José Aljaro, amministratore delegato di Abertis – “questa operazione, con le recenti acquisizioni in Porto Rico, Spagna e Cile, dimostra la capacità di Abertis di crescere e mantenere un portafoglio equilibrato, con un forte mix di valute come il dollaro e l’euro, in Paesi con un quadro giuridico stabile”.
“L’approccio di Mundys è quello di gestire e sviluppare in modo sostenibile le infrastrutture in portafoglio, attraverso un costante dialogo con le istituzioni e le comunità locali. Nella nostra strategia di crescita internazionale la Francia, dove siamo presenti dal 2016, si conferma come un Paese strategico, per l’assoluta qualità e solidità del suo sistema economico-produttivo”, ha sottolineato Andrea Mangoni, ceo di Mundys, a valle dell’operazione.