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A2a, piano al 2030: 16 miliardi per triplicare le rinnovabili

Imagoeconomica

E’ un piano molto ambizioso, spalmato addirittura sull’arco di tempo di 10 anni, quello presentato da A2a, l’utility lombarda guidata dal 2020 dall’ex Ad di Fs Renato Mazzoncini. Particolarmente significativi gli obiettivi di investimenti e finanziari, che infatti hanno subito convinto gli investitori, col titolo di A2a che a metà mattinata si segnala tra i migliori del Ftse Mib, con un guadagno di circa il 3% in zona 1,36 euro per azione.

La società ha intenzione di diventare una “life company” e investirà ben 16 miliardi per la transizione energetica e l’economia circolare (rispettivamente 10 e 6): il nuovo corso dovrebbe fruttare, secondo le stime del piano, un’Ebitda più che raddoppiato a oltre 2,5 miliardi (il 2020 si chiuderà attorno a 1,18 miliardi), un utile netto in crescita di oltre l’8% medio annuo con un valore d’atterraggio al 2030 superiore a 650 milioni dai 300 del 2020, e un dividendo minimo in crescita del 3% medio l’anno, con quello sul 2020 pari ad almeno 8 centesimi per azione (dai precedenti 7,7 centesimi).

A livello industriale il nuovo piano decennale porterà ad una riduzione del 47% del fattore emissivo di CO2, e verrà triplicata la capacità installata da fonti rinnovabili, arrivando a 5,7 GW grazie a 4 miliardi di investimenti, puntando in particolare su solare ed eolico con una componente M&A nei primi anni di piano. A2a progetta inoltre di raddoppiare i clienti elettricità e gas su scala nazionale (da 2,9 a 6 milioni) e a diventare “player di rilevanza europea” nel settore ambientale, incrementando la differenziata nei territori serviti al 76%. Tutto questo porterà ad anticipare di ben tre anni l’uscita dal carbone, prevista in Italia nel 2025 ma che A2a conta di portare a termine già nel 2022. Uno degli impegni più significativi sarà quello sull’elettrificazione del mercato auto, attraverso tre obiettivi da raggiungere entro il 2030: l’installazione di oltre 6.000 punti di ricarica per i veicoli elettrici, “per diventare un gestore dell’infrastruttura leader nei territori storici”; l’attivazione di 200 mila contratti per servizi di ricarica, per diventare uno dei principali Mobility Service Provider; la vendita di oltre 50 mila punti di ricarica domestica per l’utilizzo domestico.

Anche sul fronte occupazionale, l’Ad Mazzoncini ha voluto dare un segnale forte: nell’arco temporale del piano, pur molto lungo, sono previste 6mila assunzioni dirette, pur confermando una “attenzione verso un’equilibrata struttura del capitale”, anche se il significativo piano di investimenti concentrato soprattutto nei primi anni è atteso incrementare l’indebitamento finanziario netto, “che poi andrà a ridursi”. Per raggiungere questi obiettivi, A2a ha detto di voler “introdurre un nuovo modello operativo che prevede semplificazione, una corporate più leggera, decentralizzazione, sviluppo delle competenze e digitalizzazione”. La principale novità è la riduzione delle Business Unit da 5 a 3, “che permetterà da una parte di focalizzare le aree di business verso un mercato domestico europeo, dall’altra, con la creazione della business unit Energia, di affrontare al meglio le sfide poste dalla transizione energetica, caratterizzata da generazione distribuita e consumatori che partecipano attivamente ai mercati dell’energia”.

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Categories: Finanza e Mercati