Remunerazione del vertice, incontro per il polo delle utility lombarde e chiusura delle offerte per gli asset italiani di gas natural. E’ rica l’agenda di A2A che giovedì ha toccato un nuovo massimo in Borsa (1,538 euro, chiusura a +0,9%).
Il Cda dell’utility milanese ha approvato giovedì gli stipendi lordi dei vertici aziendali affidando a Valerio Camerano anche il ruolo di direttore generale. L’Ad prenderà 120.000 euro fissi più 80.000 per la parte variabile, a cui si sommano 500.000 euro l’anno legati al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano incentivi per il ruolo di direttore generale. Il presidente Giovanni Valotti riceverà un assegno di 250.000 euro (oltre agli oneri di lordizzazione stimati in 12.745 euro), senza alcuna componente variabile. Il vice presidente avrà un compenso lordo annuo di 40mila euro senza componente variabile.
Oggi, venerdì 23 giugno, i vertici della multi-utility controllata congiuntamente del Comune di Milano e da quello di Brescia avranno un tavolo di lavoro con il top management di Acsm-Agam, di Aspem Varese e di Azienda Energetica Valtellina e Valchiavenna (Aevv) per discutere gli aspetti industriali relativi alla creazione di una maxi-utility della Lombardia. La notizia dell’imminente incontro è stata data nei giorni scorsi dallo stesso presidente di A2A, Giovanni Valotti, che ha dichiarato che fino a questo momento sono state solo affrontate questioni di ordine legale e giuridico, tra cui la procedura migliore per varare l’integrazione tra le quattro aziende lombarde. I tempi sono comunque ristretti dato che entro il 31 luglio dovrà essere definito un progetto completo di fusione da presentare agli azionisti per la decisione finale sull’operazione. A2A è già presente in Acsm-Agam (multi-utility di Como e Monza) con una quota del 23,9%, in Aspem Varese con il 90% e in Aevv con il 9,7 per cento. A piazza Affari, le quotazioni di A2A sono attualmente in calo rispetto alla chiusura di ieri (-0.91%), mentre Acsm-Agam sta lasciando sul terreno circa lo 0,29%.
Infine, scade il 23 giugno il termine per la presentazione delle proposte non vincolanti per rilevare le attività italiane di distribuzione del gas del gruppo spagnolo Gas Natural. Nelle settimane scorse gli operatori che hanno manifestato il loro interesse per questi asset (circa 500-600 milioni di RAB, con una quota di mercato del 2%) sono Italgas, 2i Rete Gas, A2A, Edison, Green Network ed Engie. Si è tirata fuori dalla partita Hera, in quanto i vertici della multi-utility bolognese ritengono che le reti di distribuzione di Gas Natural sono troppo distanti dall’area in cui opera la stessa Hera.