A2a ha chiuso il 2017 con utili da record. Nel dettaglio, l’utile prima delle imposte e al netto delle svalutazioni ha raggiunto i 489 milioni di euro, in salita del 31% rispetto all’anno precedente, secondo i dati preliminari dello scorso esercizio approvati dal cda del gruppo.
L’Ebitda si è assestato a 1,2 miliardi, “in linea con il dato record 2016 che tuttavia includeva il contributo della montenegrina Epcg per 69 milioni”, mentre la posizione finanziaria netta – su cui influiscono il deconsolidamento di Epcg e l’M&A – è cresciuta a circa 3,23 miliardi dai 3,14 miliardi del 31 dicembre 2016 con un rapporto sul mol pari a 2,7 volte. Al netto delle componente non ricorrenti e del contributo di Epcg, il mol 2017 di A2A è salito a 1,1 miliardi (+10% sul 2016); inoltre tutte le business unit “evidenziano un risultato ordinario superiore a quello registrato nel 2016”.
Il cda della multiutility lombarda ha approvato anche i risultati dell’impairment test (affidato a un terzo indipendente) che ha comportato svalutazioni di avviamenti per 34 milioni. Nel complesso le rettifiche nette di bilancio ammontano a 94 milioni, inclusi i 60 milioni legati all’esercizio dell’opzione put su Epcg. Gli investimenti, al netto di Epcg, sono stati pari a 450 milioni (+29%).
“Siamo davvero contenti per un altro esercizio conclusosi molto positivamente nel quale abbiamo incrementato, in linea con il nostro piano strategico, gli investimenti nei territori e le efficienze operative”, ha commentato l’amministratore delegato Valerio Camerano. “I risultati economico-finanziari rappresentano la conferma di una capacità della società di crescere in tutti gli ambiti industriali scelti”.
Il presidente Giovanni Valotti considera invece il 2017 “un anno molto positivo per A2a. I risultati economico-finanziari si accompagnano ad un consolidamento del processo di crescita e riorientamento strategico dell’azienda. Competitività, innovazione e sostenibilità sono i driver sui quali continueremo a fondare i nostri ambiziosi progetti di sviluppo”.
Da sottolineare infine che, in base a quanto si legge nella nota diramata dall’azienda, il cda ha autorizzato l’emissione di uno o più prestiti obbligazionari non subordinati, non garantiti e non convertibili, a valere sul Programma Emtn, fino a un massimo complessivo di un miliardo di euro, entro il 30 aprile 2020.
Il cda del gruppo ha dato mandato al presidente e all’amministratore delegato ad attuare la delibera. “I proventi derivanti dall’emissione dei prestiti obbligazionari – fa sapere la società – potranno essere impiegati, tra l’altro, per finanziare o rifinanziare gli investimenti del gruppo o per mantenere idonei livelli di liquidità o essere utilizzati per una o più operazioni di liability management.” La decisione si inquadra nel contesto della strategia finanziaria del gruppo di medio termine “finalizzata anche a garantire una gestione efficiente dei profili di rimborso del gruppo, ad allungare la vita media del debito e a sostenere il rating”.
A Piazza Affari il titolo cede lo 0,3% a fronte di una performance di Borsa pari a -0,9%.