Dopo il No alle Olimpiadi pronunciato dalla sindaca Virginia Raggi cinque anni fa e l’esclusione dalla lista delle città candidate ad ospitare l’Eurovision Song Contest 2021, Roma ci riprova con i grandi eventi. E stavolta sono tutti d’accordo, dall’attuale prima cittadina agli altri candidati che, insieme a lei, si sfideranno per conquistare la poltrona di sindaco. Ma soprattutto è d’accordo il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che oggi ha firmato la candidatura di Roma per ospitare l’Expo 2030.
A sei anni di distanza dall’Esposizione Universale di Milano, l’Italia ci riprova e questa volta punta tutto sulla sua Capitale allo scopo di ridare lustro ad una città in profonda crisi, ma anche di attrarre investimenti pubblici e privati fondamentali per farla ripartire.
In una lettera inviata ai candidati che il prossimo weekend si sfideranno alle elezioni comunali, Draghi ha infatti sottolineato che l’evento rappresenterebbe “una grande opportunità per lo sviluppo della città”, ma anche una “dimostrazione di unità a favore della nostra Capitale”. Ospitare l’Expo 2030 a Roma, ha continuato il premier “significherebbe ripartenza per tutta l’Italia, con nuove e notevoli opportunità di lavoro e di rilancio economico“. Subito dopo il Premier ha inviato un’altra lettera, ancora più importante, indirizzata a Dimitri Kyryakides, il segretario Generale del Bie, l’organismo internazionale che sovrintende all’organizzazione degli Expo e che decide chi dovrà ospitarlo.
Roma è dunque ufficialmente una delle città candidate per accogliere l’Esposizione Universale insieme a Busan, città portuale della Corea del Sud, a Ryad, capitale dell’Arabia Saudita, e alla capitale russa, Mosca.
EXPO 2030 LA CANDIDATURA DI ROMA
L’idea di candidare Roma per ospitare l’Expo 2020 è nata nell’estate del 2020 dopo un incontro tra la sindaca Raggi e il presidente di Unindustria, Angelo Camilli. Pochi mesi dopo, nel novembre 2020, il primo abbozzo di candidatura è stato trasmesso al ministero degli Esteri, mentre al manager Giuseppe Scognamiglio, ex delegato nazionale al Bie, è stato affidato il compito di seguire le varie fasi della candidatura.
Vista l’imminenza del voto, sin dalle prime fasi, Raggi ha deciso di coinvolgere i suoi sfidanti alla carica di sindaco, dando vita a una candidatura condivisa tra tutti. Tant’è che lo scorso 24 giugno, in una lettera congiunta, gli aspiranti sindaci scrivevano: “L’Expo 2030 può rappresentare una grande opportunità per il rilancio definitivo di Roma come importante metropoli internazionale, in grado di attrarre investimenti, proporre al mondo grandi progetti di innovazione e rigenerazione urbana, rilanciare il lavoro e l’economia dell’intero Paese. Per questo chiediamo al presidente del Consiglio Mario Draghi, e all’intero Governo, di candidare l’Italia e la sua Capitale a ospitare l’Esposizione Universale nel 2030”. Non possiamo perdere un’occasione irripetibile, dicevano, dichiarandosi “pronti a lavorare insieme per coglierla”.
IL PROGETTO EXPO 2030
Secondo quanto rivelato dal Sole 24 Ore, il progetto per l’Expo di Roma 2030 prevede la realizzazione di “un polo ad autosufficienza energetica nelle zone ad Est, tra Tiburtina, Pietralata e San Basilio, con il recupero di manufatti di archeologia industriale”. Un progetto per una città orizzontale fondato su spazi condivisi, mobilità dolce e zero inquinamento acustico o ambientale.
LE REAZIONI
Chi oggi le chiede perché abbia deciso di avallare la candidatura della Capitale all’Esposizione Universale dopo il No alle Olimpiadi, Raggi risponde così: “Le Olimpiadi impoveriscono le città, l’Expo le arricchisce”. Poi su social network continua: “Per Roma si tratta di un particolare motivo di orgoglio perché supera il racconto di una città dove non si possono fare le cose, anzi è la dimostrazione che a Roma si può fare tutto e anche meglio”, scrive.
“Un’ottima cosa. Abbiamo tutti condiviso questa candidatura”, ha commentato il candidato sindaco del centrosinistra a Roma, Roberto Gualtieri. “Dovremo rafforzare la struttura di missione per Expo 2030. Ci sono buone possibilità di vincere, io sono fiducioso”.
Soddisfatto anche Carlo Calenda: “Che Dio ce la mandi buona, magari sarà un motivo in più per parlarsi con Milano nei prossimi mesi. Ci voleva, dopo aver rinunciato alle Olimpiadi, dopo questa idea penitenziale di non farcela, finalmente una bella sfida internazionale che Roma vincerà alla grande”.
Per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti “la candidatura della Capitale è senza dubbio un’occasione imperdibile per la nostra città, ma anche per il Lazio e per l’intero Paese. Come Regione Lazio ci impegniamo sin da ora in questa nuova importante avventura, con quello spirito di squadra e unità di intenti che sfide come questa richiedono per essere vinte”.