La giostra bancaria spinge al rialzo Piazza Affari che però a fine mattinata, dopo una giornata caratterizzata da un’ampia volatilità, rallenta e oscilla incerta poco sopra la parità (+0,10%) finendo per un breve periodo in territorio negativo. Rimangono in territorio positivo anche le altre Borse europee nonostante la difficile situazione della congiuntura economica: Parigi +0,36%, Londra +0,25%, Francoforte +0,68%.
L’agenzia di rating S&P ha rilevato che i rischi di una terza recessione nell’Eurozona “sono aumentati” e che nell’avvicinarsi al 2015 la ripresa “ha perso molto slancio”. Allo stesso tempo la Bce, nel suo bollettino mensile diffuso oggi, ha tagliato le stime di crescita a +0,8% per il 2014 (dal precedente +1%), +1,2% per il 2015 (da 1,5%) e +1,5% per l’anno successivo (da 1,7%). Una debolezza nella ripresa che permetterà una riduzione della disoccupazione molto lenta. Le stime degli economisti di Francoforte indicano un calo sotto il 10% solo nel 2019, al 9,5% e comunque rivisto in rialzo dal precedente 9,4%.
L’Eurotower si aspetta che le operazioni di credit easing varate finora riportino il suo bilancio verso i livelli di inizio 2012. Tuttavia, “qualora si rendesse necessario” il consiglio direttivo “è unanime nel suo impegno a ricorrere a ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del suo mandato”.
Risentono delle preoccupazioni sulla crescita, in particolare di quella cinese, le Borse asiatiche: Shanghai ha chiuso con un calo dello 0,36% e Shenzhen ha perso l’1,46 per cento. In Cina oggi i dati su su produzione industriale e vendite al dettaglio hanno confermato il rallentamento di Pechino. Fa eccezione Hong Kong: +0,34%. La Borsa di Tokyo ha invece aggiornato i massimi degli ultimi 7 anni salendo dell’1,14% sull’ipotesi di rinvio del rialzo dell’Iva e sull’ipotesi che Shinzo Abe possa indire le elezioni entro fine anno per ridare forza alla sua leadership.
In questo quadro peggiorano anche le aspettative: l’indice Ifo sull’economia mondiale è previsto in calo a 95 punti nel quarto trimestre, dai 105 del trimestre precedente, il livello più basso dal terzo trimestre del 2013. Se, spiega l’Ifo, le valutazioni sull’effettiva situazione economica sono solo leggermente deteriorate, le aspettative sono peggiorate notevolmente.
Per il petrolio è ancora ribasso con il Brent che è sceso sotto gli 80 dollari per la prima volta dal settembre 2010. Si guarda al dato sulle scorte Usa che sarà reso pubblico in giornata in attesa del vertice Opec del 27 novembre: l’Arabia Saudita non ha preso impegni sul taglio della produzione, nel tentativo di spingere i prezzi al ribasso per metter fuori mercato lo shale oil americano. In agenda tra i market mover anche le richieste settimanali sussidi disoccupazione e il discorso del governatore della Fed Janet Yellen di questa sera. L’asta di Btp ha registrato un buon risultato: il Tesoro ha collocato 6 miliardi di debito a tre, sette e quindici anni registrando il nuovo minimo dall’introduzione dell’euro sui titoli a quindici anni ma con il tasso sul triennale ai massimi da luglio (+0,77%).
Le banche si risollevano: Mps +4,02% all’indomani dei conti, Bpm +2,06% che beneficia delle speculazioni su una possibile fusione con Banca Carige attraverso l’entrata di Piazza Meda nell’istituto genovese tramite un aumento di capitale riservato. Carige +3,49%. Ubi +0,65%, Unicredit +0,39%. Ma non tutto il comparto si muove con la stessa sintonia. In flessione Banco Popolare -0,46%, Intesa -0,09%.
In evidenza sul Ftse Mib anche Moncler +2,27%, Autogrill +1,99% e Gtech +1,9%. In fondo alle blue chip Tod’s -5,88% all’indomani della trimestrale e dopo alcuni giudizi negativi degli analisti. Enel -1,62%, Saipem, -1,48%, Finmeccanica -0,76%, Enel Green Power -0,7%.