Mentre a San Siro andava in scena il derby della pochezza, una partitaccia giocata male, arbitrata peggio dall’inguardabile Valeri e vinta di misura dal meno peggiore, al Nou Camp di Barcellona si celebrava l’orgoglio catalano, con 100mila fedeli (il Barça, si sa, da quelle parti è religione) a sventolare i colori (giallo e rosso) della loro richiesta d’indipendenza.
Ma soprattutto, sul proscenio, si dava vita all’ennesimo capitolo di una storia infinita, la madre di tutte le rivalità calcistiche, Real Madrid contro Barcellona, Mourinho contro il guardiolismo (di cui Villanova è naturale profeta), Cristiano Ronaldo contro Messi, i due giocatori, ormai non c’è neanche più bisogno di dirlo, più forti al mondo, con almeno un paio di categorie di distacco da tutti gli altri.
Sono questi, senza perdersi troppo ad elencare le saporite spezie e i contorni, gli ingredienti principali della succulenta portata. Una portata che gli spettatori italiani, praticamente unici al mondo, non hanno potuto assaporare, dato che Sky non ha ancora (?) trovato l’accordo per i diritti della Liga.
I protagonisti più attesi non hanno deluso. La sfida tra Messi e Ronaldo, infatti, è finita 2 a 2, proprio come la partita. Due gol a testa per i due campionissimi e un punto a testa per le due squadre, con il Barça che mantiene, così, i suoi 8 punti di vantaggio sui rivali storici, ma che si vede agganciato dall’altra squadra di Madrid, l’Atletico dello straordinario Falcao, vincente solo nel finale contro un buon Malaga.
La partita, non bellissima, ma vibrante, ha seguito un copione tipico: il tiki taka del Barcellona, però, è apparso più sterile che in altre occasioni, mentre le ripartenze del Real, arcigno, ma anche coraggioso, risultavano meno efficaci del solito.
Il primo vantaggio è stato dei madrileni, al 23′, con un sinistro angolato di Cristiano Ronaldo, ben imbeccato da Benzema. Pochi minuti e arriva il pareggio Messi che sfrutta una respinta difettosa di Pepe per battere Casillas. Passa una mezz’ora di gioco contratto, con le due squadre brave ad annullarsi, fino a che il fenomeno argentino non si ripete, al quarto’dora della ripresa, disegnando una parabola imprendibile su punizione (un colpo che, come se non bastasse, ha recentemente aggiunto con sempre maggiore continuita al proprio repertorio).
Il vantaggio blaugrana dura, però, solo 5 minuti, perchè Ozil sorprende una difesa distratta spalancando a Ronaldo, freddo come al solito, un corridoio che porta direttamente alla rete difesa da Victor Valdes. L’ultimo brivido all’88’, con la clamorosa traversa dal canterano (l’ennesimo) Montoya, al termine di un azione che era stata perfetto manifesto programmatico del barcellonismo.
2 A 2 TRA PSG E MARSIGLIA – In Francia, invece, nello scontro al vertice col Marsiglia, al Psg di Ancelotti e dei petrodollari, non è bastato il solito Ibrahimovic. Alla doppietta del più decisivo tra i transfughi del campionato italiano ha risposto con lo stessa moneta il centravanti dell’Om Gignac, che con le sue due reti ha fissato il punteggio sul 2 a 2 al termine del primo tempo.
A Messi risponde Ronaldo: il Clasico tra Barcellona e Real Madrid finisce 2 a 2
Al Nou Camp le doppiette dei due fenomeni fissano il risultato del Clasico sul due pari – Partita non bellissima, ma vibrante – Il Barça mantiene otto punti di vantaggio sugli uomini di Mourinho – Identico risultato, in Francia, nello scontro al vertice tra Marsiglia e Psg, doppietta di Ibra.