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A Londra Murdoch si ripete e cerca di uscire dagli scandali scatenando la guerra dei prezzi

Quando Rupert Murdoch chiuse senza troppi rimpianti “News of The World”, il settimanale travolto a Londra dallo scandalo delle intercettazioni telefoniche, molti pensarono che l’editore più importante del mondo avesse già pronta una carta di riserva. Lo “Squalo” non è tipo da rinunciare agli introiti che venivano dal giornale di lingua inglese più letto al mondo solo per accontentare l’opinione pubblica e senza avere in mente qualcos’altro. Sei mesi dopo, eccolo di nuovo pronto alla battaglia. “News of The World” è stato sostituito dalla nuova edizione domenicale del “Sun”, del quale era già parente stretto. Cambia il nome della testata, ma non i contenuti che saranno all’altezza delle tradizioni: scandali, ragazze della porta accanto a seno nudo, scoop a sfondo sessuale sui politici e sulle celebrità.

E perché nessuno pensi che il vecchio Rupert si è arreso, il prezzo del “Sun on Sunday” è stato fissato a 50 penny, la metà di quello dei tabloid rivali. La decisione ha scatenato una nuova spettacolare guerra dei prezzi, come a Londra non se ne vedevano da tempo: il “Sunday Mirror”, “People” e il “Daily Star Sunday” hanno dimezzato il costo di copertina, il “Sunday Mail” lo ha ridotto di quasi due terzi in alcune regioni della Scozia. In risposta, Murdoch ha abbassato del 17% a 50 penny anche il prezzo del “Sun” che esce il sabato, costringendo il “Daily Star” a fare lo stesso.

Tutti si godono lo spettacolo, che è appena cominciato. Anche quando acquistò il “Times” nel 1981, Murdoch diede origine a una spietata guerra dei prezzi che mise in difficoltà i concorrenti: guidando un impero editoriale, televisivo e cinematografico, può permettersi di perdere qualche spicciolo per attuare un martellante dumping predatorio, che anche questa volta lascerà sul campo morti e feriti. Tutti i giornali concorrenti avevano largamente beneficiato della chiusura di “News of The World” con incrementi delle vendite che andavano dal 24% del “Daily Mirror” al 34% del “Daily Star”.

Ora la festa è finita, e il ritorno alla realtà sarà molto brusco. D’altra parte, il “Sun” è, con il “Wall Street Journal”, l’unico quotidiano che dia ancora qualche soddisfazione a Rupert Murdoch. La sua readership è cresciuta del 3% nell’ultimo anno, nonostante (o forse grazie a) le incriminazioni di molti suoi giornalisti e dirigenti per le intercettazioni telefoniche illegali e la corruzione di funzionari di polizia. Il “Times” continua invece ad essere una fonte di guai: la readership è calata in media dell’11%, il che vuol dire che il giornale ha perso per strada altri 200 mila lettori, e il sito web a pagamento ha visto, com’era prevedibile, crollare i contatti. Tra le poche buone ultime notizie dell’editoria inglese, la grande ripresa dei gratuti, con “Metro” che segna un + 17% e il “London Evening Standard” un +4%. La quota di free press che è riuscita a sopravvivere alla grande crisi economica scalda i muscoli per tornare in campo, più agguerrita che mai.

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