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A Londra le opere del Premio Gallarate

L’esposizione, parte di un più ampio programma che celebra i cinquant’anni del museo di Gallarate, presenta i lavori di cinque artisti italiani: Riccardo Arena, Luca Bertolo, Marzia Migliora, Luigi Presicce e Moira Ricci.

A Londra le opere del Premio Gallarate

Dall’8 settembre al 20 ottobre 2016, l’Istituto Italiano di Cultura di Londra ospita la mostra Raccontare il presente chepropone le opere del Premio Gallarate, provenienti dalla collezione del Museo MA*GA.

La rassegna, curata da Emma Zanella e Alessandro Castiglioni, è parte di un più ampio programma che celebra i cinquant’anni del museo di Gallarate e presenta alcuni tra i più interessanti esiti dei progetti di produzione e acquisizione realizzati in occasione delle ultime tre edizioni del Premio Gallarate, tra il 2009 e il 2016, di artisti qualiRiccardo Arena, Luca Bertolo, Marzia Migliora, Luigi Presicce e Moira Ricci.

Il progetto documenta una serie di pratiche caratterizzate da un’attitudine narrativa complessa, da una varietà di approcci che vanno dalla realizzazione di opere context related e site specific, a progetti di ricerca a lungo termine, a esperienze di tipo storico o biografico.

L’iniziativa è promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Londra nell’ambito del progetto dedicato alla valorizzazione della produzione artistica contemporanea sviluppata in Italia. Come ricorda Marco Delogu, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra, “la caratteristica storica e contemporanea, della produzione artistica italiana è la sua diffusione e disseminazione sul territorio, anche al di fuori di capitali e grandi città. In questa prospettiva casi come Gibellina o Garavicchio ne sono esempio storico e di cui, anche Gallarate con il suo premio ed il suo museo ne è esempio”.

Il percorso espositivo si apre con le fotografie di Moira Ricci (Orbetello, GR, 1977) tratte dalla serie 20.12.53-10.08.04, lavoro che nasce da uno spunto autobiografico. L’artista costruisce le opere attraverso meticolosi fotomontaggi in cui, vestita con abiti d’epoca, s’inserisce nelle fotografie che hanno come protagonista la madre, prematuramente scomparsa. Nella sequenza di fotografie che ritraggono momenti di vita quotidiana, le uniche presenze costanti sono quella della madre, ritratta in epoche diverse della propria vita, e quella di Moira Ricci, sempre della stessa età, nonostante gli adeguamenti di stile, e sempre con lo sguardo malinconico e rassegnato rivolto alla madre perduta.

Quindi, si prosegue con il video di Luigi Presicce (Porto Cesareo, LE, 1976), La Sepoltura di Adamo, primo episodio del ciclo La Leggenda della Vera Croce. Presicce prosegue e approfondisce il suo costante lavoro di rilettura di miti e storie della tradizione attraverso la realizzazione di tableau vivant ripresi tramite video o fotografia. In quest’opera, attinge alla leggenda del sacro legno utilizzato per la costruzione della Croce di Gesù, quello dell’albero cresciuto sulla tomba di Adamo che il re Salomone fece abbattere per la costruzione del Tempio.

Con Duplice Morte Ellero ed Ecosistema Visivo, Riccardo Arena(Milano, 1979) riflette sul tema dell’identità e su come l’uomo sia effettivamente in grado di definirne la natura. L’installazione è composta da differenti elementi: fotografie, materiali d’archivio, documenti e mappe concettuali. Il nucleo centrale dell’intera opera ruota attorno a un’indagine nella quale si parla della scomparsa di un misterioso personaggio, sparatosi con l’ausilio di due rivoltelle che hanno fatto fuoco contemporaneamente, attraverso un sistema che ricorda quello ideato da Umberto Ellero per l’invenzione della fotografia segnaletica, e ne ha sfigurato il volto, rendendolo irriconoscibile.

La mostra prosegue con Gallarate Hardcore di Luca Bertolo (Milano, 1968) che, attraverso 16 disegni ha osservato alcuni aspetti microscopici dell’ecosistema della città di Gallarate e del contesto naturalistico legato al territorio fluviale attorno al museo, raccogliendo, lungo il greto del torrente della città, frammenti di materiali di scarto, reperti organici, foglie, conchiglie. Tali scarti sono diventati i soggetti di una serie di disegni: ritratti lirici che ricordano le illustrazioni dei trattati naturalistici del XVII secolo.

La rassegna si chiude idealmente con la video installazione Made in Italy di Marzia Migliora (Alessandria, 1972) che, in questi anni, ha legato la propria attività a una più ampia ricerca dedicata al tema del lavoro. In questo particolare caso l’artista s’interessa alla storia industriale di Gallarate, alla sua imponente produzione tessile e ad alcuni aspetti della sua attuale crisi e riconversione. L’immagine di degrado e sofferenza che gli stabili abbandonati da aziende fallite portano con sé va di pari passo con la purificazione delle acque del torrente di Gallarate, oggi non più inquinato dagli scarichi industriali che coloravano le acque del fiume quasi quotidianamente e riabitato da una fauna domestica.

MA*GA e Premio Gallarate
Il Museo MA*GA è uno dei più rilevanti musei d’arte contemporanea italiani, nato nel 1966, oggi partecipato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dotato di una collezione di oltre seimila opere, di uno spazio espositivo di cinquemila metri quadri a Gallarate, città a metà strada tra l’Aeroporto di Malpensa e Milano e di una seconda sede a Legnano sita nello storico Palazzo Leone da Perego.
L’origine del museo è legata al Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, oggi giunto alla sua venticinquesima edizione, fondato nel 1949 con lo scopo di costituire un museo d’arte contemporanea attraverso le opere acquistate nelle diverse edizioni del Premio stesso: così fu inaugurata la prima edizione, il 25 maggio del 1950.
Nel 1966, in concomitanza con l’VIII edizione del Premio Gallarate, venne inaugurata la Civica Galleria d’Arte Moderna che nel 1973 venne spostata e ingrandita, per poi ampliarsi nuovamente nel 2010 con la costituzione del MA*GA. Oltre all’attività ordinaria del museo, in oltre sessant’anni il Premio ha contato XXV edizioni, rivolgendo l’attenzione alla molteplicità dei linguaggi artistici, con un’ottica che privilegia l’indagine delle espressioni contemporanee più significative.
Tra le ultime edizioni ricordiamo: Terzo paesaggio. Fotografia italiana oggi (2009); Long Play (2012); Urban Mining/Rigenerazioni Urbane (2016).

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