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A giorni il Btp a 50 anni, oggi l’asta Bot

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Quasi all’improvviso il Toro si è riaffacciato sui listini. I motivi? La miscela di tassi reali in ribasso, sia in Usa che in Europa, petrolio in ripresa (disastro ambientale in Canada e blocco della produzione in Nigeria tra le cause) e dollaro su livelli sostenuti (euro a 1,1367) ha scatenato gli acquisti sia sui titoli industriali che sui finanziari, confortati dai risultati in ripresa del Crédit Suisse (+5%) L’ottimismo, poi, trae alimento dalla ripresa dell’inflazione in Cina, un buon segnale di ripresa dell’economia del Drago.

Il Dow Jones ha così guadagnato l’1,3%, stesso rialzo per S&P500 e Nasdaq nella seduta più brillante degli ultimi mesi, sull’onda dei rialzi dell’Europa. A sostenere gli indici ha contribuito il progresso del petrolio e delle materie prime: Brent a 44,25 dollari al barile (+1,4%), il Wti a 44,44 dollari (+2,3%).

AMAZON (+3,4%) SFIDA YOUTUBE, TONFO DI WALT DISNEY (-6%)

Un trend positivo, insomma, ma tutt’altro che consolidato. La conferma è arrivata stamane dai listini asiatici: l’inversione di rotta del dollaro (-0,4%) è stata sufficiente a spegnere il rialzo. La Borsa giapponese, dopo un avvio in forte rialzo ha perso slancio a fronte del rafforzamento dello yen. Anche i listini cinesi e Hong Kong viaggiano in terreno negativo, con ribassi sotto l‘1%. È prematuro, perciò, parlare di trend al rialzo: i listini, semmai, riflettono un quadro economico contrastato, protetto solo dai livelli minimi del costo del denaro.

Tra i temi di giornata in Usa spicca l’avanzata di Amazon (+3,4%), dopo che Bernstein ha alzato il prezzo obiettivo a 1.000 dollari da 770, perché prevede che i margini del gruppo crescano più velocemente di quanto atteso dal mercato. Il gruppo ha annunciato che lancerà Video Direct, un servizio di video streaming che farà concorrenza a Youtube di Alphabet (+0,4%).

Positivi i grandi nomi dell’industria Usa, sostenuti dalle promesse di nuovi investimenti sia di Donald Trump che di Hillary Clinton: General Electric +1,4%, Caterpillar +1,3%, Boeing +1,9%.

Continua a soffrire il commercio tradizionale: Gap -12% su vendite in calo per il quinto trimestre consecutivo. In particolare il gruppo ha registrato un forte ribasso per i suoi marchi Banana Republic e Old Navy, soprattutto fuori dagli Usa.

Dopo la chiusura è arrivata la doccia fredda di Walt Disney: -6% dopo i risultati. Per la prima volta dopo sei anni calano gli utili, a causa della crisi di abbonamenti al canale sportive Espn (-25%), solo in parte compensato dai successi al botteghino (+60% gli incassi) di Star Wars, Capitan America e del Libro della Giungla.

LA GRECIA SPINGE L’EUROPA: MILANO +1,4% AL TOP

Milano sfugge ad un nuovo ribasso grazie all’exploit, comune a tutta Europa, dell’industria (automotive in particolare), dei servizi e delle utilities. La Borsa italiana è stata ieri la migliore del Vecchio Continente: l’indice FtseMib ha chiuso in rialzo dell’1,4% pur finendo sotto quota 18mila (17.935). A Parigi il Cac-40 ha registrato un rialzo dello 0,36%, a Francoforte il Dax-30 dello 0,65%, mentre a Londra il Ftse-100 ha guadagnato lo 0,68%.

È stata una giornata positiva per l’Eurozona anche per il probabile lieto fine della trattativa sugli aiuti alla Grecia: una tranche da 5 miliardi potrebbe essere sbloccata nella prossima riunione dell’Eurogruppo in agenda per il 24 maggio. Immediata la risposta del mercato: il rendimento del decennale ellenico è sceso sotto la soglia dell’8% per la prima volta in sei mesi: -55 punti base a 7,51%. Il rendimento del biennale è sceso sotto il 7%, come non capitava da marzo.

A GIORNI IL BTP A 50 ANNI, OGGI L’ASTA BOT

La fame di rendimenti favorisce il ricorso a strumenti a lungo termine. Anche la Spagna, come l’Italia, intende iscriversi al più presto al club dei Paesi che emettono titoli a 50 anni. Il Tesoro, anche per bruciare la concorrenza, potrebbe così accelerare la discesa in campo: nelle prossime settimane, anticipa la Reuters, vedrà la luce un Btp a 50 anni, collocato via sindacato, per un importo di almeno due miliardi di euro. Oggi si tiene intanto l’asta Bot: sul mercato grigio di Mts i nuovi titoli sono stati scambiati a -0,13%.

AUTO SUPERSTAR: VENDITE FCA, MARCHIONNE VEDE ROSA

Al rialzo hanno contribuito le buone performance del settore Auto, che beneficia dei dati sulla crescita delle vendite di veicoli in Cina. L’indice Stoxx europeo delle quattro ruote ha guadagnato l’1,8%. In testa Volkswagen, che sale del 3,8%, Peugeot, molto forte sul mercato cinese, +3,5%, Bmw +2%.

Fiat Chrysler ha chiuso in rialzo del 3% nel giorno della presentazione della Giulia. Serio Marchionne si è detto fiducioso sull’andamento delle vendite in Europa. il suo debutto nel mercato Usa è previsto nel terzo trimestre, per arrivare poi a pieno regime nel trimestre successivo, in linea con il piano di espansione del marchio che punta a portare le concessionarie nel suolo statunitense a quota 200. La nuova vettura sarà venduta in tutto il mondo, compresa la Cina.

Marchionne ha inoltre ribadito la possibilità di un ritorno delle produzioni Alfa a Pomigliano d’Arco: “Se il marchio ha successo non ce la facciamo con un solo stabilimento (Cassino, ndr), e se va ancora oltre perché no Mirafiori?”. Effervescenti anche Exor (+3%), Cnh Industrial (+2%) e Ferrari (+1,64%).

Brembo è salita dell’1,8%: la società dei freni per auto alto di gamma ha annunciato i risultati del primo trimestre, chiuso con un utile netto in crescita del 32% a 60,4 milioni di euro su un fatturato cresciuto del 9,6% a 563 milioni. L’azienda ha rivisto al rialzo le stime dell’ebitda.

CREDIT SUISSE SPINGE IL LUSSO. UBS FRENA LUXOTTICA

Giornata brillante per i titoli europei del lusso, grazie alla spinta del report sul settore di Credit Suisse che ha promosso l’intero settore a Overweight da Underweight. A Parigi Lvmh ha guadagnato il 2%. A Milano Ferragamo +2,4%, Yoox +3,1%, Moncler +2,4%. Luxottica (-0,1%) ha frenato dopo che Ubs ha deciso di tagliare il prezzo obiettivo a 52 euro da 59 euro, confermando la raccomandazione Neutral.

Fa eccezione Safilo (-2%) tra i titoli più deboli con una quotazione a poca distanza dai minimi degli ultimi tre anni. La perdita da inizio anno si amplia a -33%. Il produttore di occhiali ha archiviato il primo trimestre 2016 con vendite nette in calo del 7%, a 301,6 milioni.

CORRE ENEL, LA BANDA LARGA FA BENE ANCHE A PRYSMIAN (+3,1%)

Giornata positiva anche i duellanti su Metroweb. Enel (+2,4%) ha frenato nel finale ma chiude in buon rialzo, seppure sotto la soglia dei 4 euro: +2,5% a 3,984 euro. Kepler Cheuvreux ha confermato la raccomandazione buy e Bernstein l’outperform sul titolo. Il gruppo ha chiuso il primo trimestre del 2016 con un risultato netto di 795 milioni di euro, includendo anche una plusvalenza straordinaria, si sale a 940 milioni di euro. 

Le attività in America Latina hanno generato 850 milioni di euro di Ebitda, in rialzo del 9%. “Il piano per la banda larga andrà avanti con o senza Metroweb- ha detto duratnte la conference call il cfo Alberto De Paoli – Pensiamo che l’operazione possa dare un’accelerazione al nostro piano, ma se non andasse in porto proseguiremo anche da soli”.

In rialzo anche Telecom Italia (+2%), che ha presentato l’offerta alternativa (821 milioni) la valutazione della controllata di Cdp e F2i che ha cablato Milano. La prospettiva dell’avvio del piano a banda larga è uno dei driver del rialzo di Prysmian (+3,1%), il colosso dei cavi che avrà un ruolo determinante nel progetto. Intanto il mercato apprezza i risultati del primo trimestre: ricavi in crescita del 2,3% a 1,81 miliardi Ebitda adjusted + 25,4%, a 150 milioni (contro i 143 previsti).

Tra gli altri industriali positive Leonardo (la ex Finmeccanica, +1,2%) e StM (+1,3%). Le note dolenti riguardano, al solito, le banche.

UNICREDIT E BANCO POPOLARE NON CONVINCONO

Ha chiuso in terreno negativo Unicredit (-1,47% a 2,948 euro) dopo una giornata all’insegna della volatilità. Dal +4% toccato subito dopo l’annuncio della trimestrale (prezzo massimo 3,124 euro), il titolo ha invertito bruscamente la tendenza portandosi in perdita anche di tre punti (prezzo minimo 2,906 euro) per chiudere in calo di poco più di un punto a 2,9480 euro.

Gli investitori rimangono preoccupati per la tenuta dei coefficienti patrimoniali, anche se l’amministratore delegato Federico Ghizzoni ha ribadito che “l’aumento di capitale non sarà necessario”. Il contributo ad Atlante (oggi previsto a 840 milioni) ha pesato per 3 punti base sul Cet 1 nel primo trimestre.

Soffre anche il Banco Popolare (-3,1%) nel giorno della trimestrale, che ha chiuso il primo trimestre del 2016 con una perdita netta di pertinenza della capogruppo pari a 313,6 milioni di euro, contro un utile netto di un anno fa pari a 208,8 milioni.

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L’aumento di capitale ha detto l’ad Pier Francesco Saviotti, partirà nei primi giorni di giugno. “Abbiamo deciso – ha aggiunto – di farlo tutto con diritto di opzione anche perché abbiamo ritenuto opportuno chiudere velocemente. se avessimo deciso di splittarlo in due avremmo dovuto fare una parte subito e un’altra magari a metà settembre”.

Bpm +1,55%. Estremamente variegato il panorama del resto del settore: Monte Paschi ha perso il 3,1%, Intesa +2,4%. Ubi sale del 2,6%. Banca Pop.Emilia ha chiuso in flessione dello 0,2%: la banca sta valutando di fare un’offerta per le quattro banche fallite a dicembre, Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti. 

SHOPPING ONLINE PER MONDADORI, BENE I PETROLIFERI

In evidenza Mondadori (+1,65%) dopo l’acquisto della divisione Media di Banzai (+2,12%) per un enterprise value di 45 milioni di euro (debito di 16,4 milioni compreso).

Chiude in rosso Astaldi (-1,24%) dopo la cessione agli spagnoli di Abertis della società veicolo che detiene il 44,85% di A4 Holding (autostrada Serenissima). La partecipazione posseduta da Astaldi è stata valutata in circa 130 milioni.

Bene i petroliferi: Eni ha chiuso in rialzo dell’1,4%, Tenaris +1,6%.

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