L’assemblea straordinaria dei soci di Banca Mps, riunitasi a Siena, ha dato, con larga maggioranza (il 98,1% dei presenti), il via libera alla delega al CdA per lanciare un aumento di capitale fino a un miliardo di euro, con l’esclusione del diritto di opzione da realizzare entro i prossimi cinque anni. La delega prevede, inoltre, che l’operazione possa essere realizzata in una o più tornate.
Nel corso dell’infuocata assemblea l’amministratore delegato di Montepaschi Fabrizio Viola ha anche fatto il punto della situazione sull’ispezione da parte di Bankitalia, ormai conclusa, precisando che, invece, quella della Consob è ancora in corso, e ha dichiarato di voler aspettare che l’iter sia terminato prima di fare qualsiasi commento pubblico.
Per Viola, poi, i mesi estivi hanno mostrato un’inversione di tendenza per la Banca, “perchè tutti quanti in banca hanno lavorato molto intensamente per correggere andamenti preoccupanti e non giustificati”, ma è ancora prematuro considerarla un’inversione strutturale.
Viola, sempre nell’ambito dell’assemblea dei soci, ha auspicato anche un pronto ritorno dei sindacati al tavolo delle trattative, nelle prossime settimane, aggiungendo che “Abbiamo apprezzato le proposte per soluzioni alternative dei sindacati, ma il problema e’ che il sentiero e’ stretto e non possiamo permetterci di non arrivare all’obiettivo della riduzione dei costi previsto dal Piano industriale”.
Ha poi preso la parola Alessandro Profumo, presidente di Banca Mps, affermando di non voler vendere la banca e che, a tal proposito “l’azionista ideale, dal nostro punto di vista, è un’azionista non industriale”. Profumo ha specificato poi che l’obiettivo di Mps è il mantenimento dell’autonomia della Banca, ma che, al momento nessun sottoscrittore per l’aumento di capitale si è fatto avanti.
All’assemblea è intervenuto anche il presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini, che si è detto ottimista sui primi segnali lanciati dal nuovo piano industriale in questi primi cento giorni dall’implementazione e ha dichiarato di essere fiducioso, a nome della Fondazione, “che verra’ trovata una sintesi tra le irrinunciabili esigenze industriali di razionalizzazione della macchina operativa e la necessita’ di mantenere la centralita’ dei dipendenti“. Per Mancini il voto favorevole alla delega al Cda per l’aumento di capitale è “una scelta obbligata all’interno degli attuali scenari economico-finanziari, così come l’esclusione del diritto di opzione.
Il presidente della Fondazione Mps ha poi rivendicato l’indipendenza della sua scelta, dicendosi convinto “di aver compiuto questa scelta nell’interesse della comunità”. Il suo intervento è stato, però, duramente contestato dagli azionisti e dai dipendenti contrari all’aumento di capitale, che hanno interrotto il suo discorso con fischi e cori.