Il prezzo della corruzione: ogni anno ci costa dieci miliardi di Pil

La corruzione come un veleno che inquina la morale e le casse italiane, costandoci, in termini di Pil, circa 10 miliardi di euro. Questo è il verdetto del dossier (“Corruzione, le cifre della tassa occulta che impoverisce ed inquina il Paese”) delle associazioni Libera, Legambiente e Avviso Pubblico, presentato oggi nella sede della Fnsi (il sindacato unitario dei giornalisti italiani) a Roma.
Una tassa occulta e salatissima, in termini di perdita di ricchezza e di etica. “Ora basta” ha tuonato Don Ciotti, presidente di Libera, ” servono scelte chiare e nette, anzi categoriche. Come nella lotta alla mafia, non sono possibili mediazioni nella lotta contro la corruzione, che tiene in ostaggio la democrazia e si affianca all’emergenza etica. Il nostro Paese versa in uno stato di ‘coma etico’ ed è culturalmente depresso; è un Paese in cui si considera normale tutelare i tornaconti personali”.
Ci sono le parole, dunque, la nausea di Don Ciotti per un malcostume sempre più accettato, a capo chino, come qualcosa di connaturato nella nostra nazione, e poi ci sono, spaventosi, i numeri del dossier: l’onere della corruzione sul bilancio pubblico italiano è stimato, per difetto, tra i 50 e i 60 miliardi di euro l’anno, mentre, come detto, è di 10 miliardi la perdita di ricchezza causata dalla corruzione. Dodici cittadini italiani su 100, poi, si sono visti chiedere una tangente contro una media europea di otto.
In proposito, Ermete Realacci, deputato Pd, ha dichiarato che “i dati contenuti nel dossier un ulteriore forte spinta ad approvare quanto prima, e comunque entro la legislatura, il Ddl anticorruzione”, su cui la Guardasigilli Severino si è detta molto ottimista, nei giorni scorsi, prevedendo una rapida conclusione.