Atene ha bisogno di cash. E ne ha bisogno subito. Per evitare la bancarotta, e una potenziale uscita dalla zona euro, il governo greco deve riuscire a ottenere la tranche da 31,5 miliardi di euro, parte del programma di salvataggio da 130 miliardi messo a punto con la Troika (Fondo monetario, Commissione Ue e Banca centrale europea). Condizione per lo sblocco del prestito è l’approvazione da parte del “trio” delle misure di austerità che il ministro delle Finanze greco, Yannis Stournaras, annuncerà pubblicamente solo una volta ottenuto l’ok, presumibilmente questa sera stessa.
Intanto oggi è stato annunciato che il Pil della Grecia si ridurrà per il sesto anno consecutivo anche nel 2013 – fino al 3,8% – e il rapporto deficit/Pil si ridurrà al 4,2% ma con un avanzo primario all’1,1%. Per quest’anno invece la contrazione del prodotto interno lordo si stima del 6,5% con un rapporto deficit/Pil al 6,6% e un deficit primario all’1,4%.
Il primo ministro Antonis Samaras ha dichiarato ieri sul giornale conservatore To Vima che il sistema finanziario greco ha un disperato bisogno di un’iniezione di liquidità. “L’economia greca aspetta questi soldi come la terra arida attende la pioggia“, ha detto. La Troika ha concesso all’Esecutivo ellenico un’ulteriore settimana per finalizzare il pacchetto di austerità da 13,5 miliardi di euro per i prossimi due anni – dapprincipio il risparmio doveva essere di 11 miliardi ma alcuni giornali greci parlano anche di 14,5 miliardi di tagli. Le misure “devono essere completate e votate in pochi giorni… non ci possono essere ritardi”, ha detto Samaras, che ha appena compleato i suoi primi 100 giorni al governo nella coalizione con i socialisti e i moderati di sinistra. E’ da maggio che Atene non riceve più aiuti dalle istituzioni internazionali: nei mesi scorsi il salvataggio era stato sospeso in seguito all’impasse politica che ha congelato le riforme.
Il ministro Stournaras ha dichiarato venerdì che la coalizione ha raggiunto un accordo sui punti principali del pacchetto di austerità, che oggi dovrebbe ricevere il via libera della Troika. Secondo indiscrezioni giornalistiche, prevederebbe sette miliardi di tagli alle pensioni, agli ammortizzatori sociali e ai salari dei dipendenti pubblici più pagati come giudici, professori e ufficiali di polizia. Altri 3,5 miliardi saranno risparmiati da riforme strutturali e pensionamenti anticipati di 15mila dipendenti pubblici e 3 miliardi da nuove tasse. Ad Atene almeno 30mila cittadini sono già scesi nelle strade a protestare contro le nuove misure di austerity.
Per mitigare gli effetti di queste riforme, l’ala meno conservatrice della coalizione sta spingendo Samaras a chiedere alla Troika due anni in più per raggiungere gli obiettivi stabiliti (dal 2014 al 2016). La decisione verrà presa tra l’Ecofin, la riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurozona, dell’8 ottobre e il summit Ue del 18 e 19 ottobre.