?Milano apre le porte a Pitti Immagine e avvia una nuova collaborazione che avrà al centro gli spazi del Padiglione 3 nell’area che un tempo ospitava la Fiera di Milano. L’accordo presentato oggi rappresenta sicuramente una svolta, primo perché la fiorentina Pitti Immagine, presieduta da Gaetano Marzotto, da tempo cercava, invano, una forma di collaborazione stabile e significativa nell’ambito delle manifestazioni milanesi delle moda. Poi perchè questo accordo segna un ulteriore passo avanti nell’attenzione che il Comune ha deciso di prestare alla moda, le cui sfilate sono in corso in questi giorni e si concluderanno martedì prossimo. Forse l’idea che l’industria dell’abbigliamento riveste un ruolo fondamentale per l’economia italiana comincia a farsi strada. Non a caso anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi, in piena campagna elettorale per le elezioni primarie, ha creduto bene di presenziare alle sfilate di Armani e Scervino seduto in prima fila.
A partire dalla Milano Fashion Week di febbraio 2013, si aprirà un nuovo salone dedicato alla moda donna, grazie anche alla collaborazione di CityLife, la società che sta realizzando un nuovo quartiere di edilizia residenziale proprio nell’area dove sorgeva la Fiera di Milano. Lo ospiterà il padiglione 3, sopravvissuto alla distruzione dell’area della fiera e progettato da Paolo Vietti Violi nel 1922; era stato inaugurato l’anno successivo come Palazzo dello sport, con una grande cupola di ferro e vetro.
“Oggi nasce, in un luogo simbolo della storia della moda milanese, un progetto di collaborazione tra Comune, Fiera Milano e Pitti Immagine – ha detto Stefano Boeri, assessore alla Cultura, Moda e Design del Comune di Milano, “per rafforzare la presenza fieristica del sistema moda italiano a Milano. Il Padiglione 3, che ospiterà il prossimo febbraio l’iniziativa promossa da Pitti e Fiera Milano, sarà presto oggetto di un bando di gara rivolto a tutti gli operatori che vorranno accogliere la sfida di restituire alla città un luogo simbolico delle sue eccellenze nel campo della cultura del costume, della moda e del design. Milano”, ha aggiunto, “diventerà dunque il set di tre momenti fondamentali: le fiere, gli showroom e un programma di eventi sempre più ricco, che rafforzeranno le connessioni con la vita culturale e sociale della città”.
I dettagli del progetto non sono stati rivelati, ma tutto lascia pensare chel punto ideale di riferimento saranno le iniziative che Pitti Immagine realizza da tempo a Firenze.
“Sarà un progetto nuovo, originale”, si è limitato a dire Gaetano Marzotto, “di significative dimensioni, che rafforzi e qualifichi l’offerta dei prossimi saloni invernali della donna. La disponibilità di uno spazio di grande fascino, con metrature e caratteristiche architettoniche molto interessanti, rappresenta il detonatore di questa operazione”.
Per Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera Milano spa, l’iniziativa è molto più di un’alleanza tra due importanti fiere, Milano e Firenze. E’ un progetto strategico per il settore moda e per l’Italia, è il frutto di una visione di sistema che supera i localismi e ha tutti i numeri per rilanciare la centralità di Milano nel circuito internazionale della moda e sostenere con efficacia la crescita delle aziende del settore nei nuovi grandi mercati che saranno sempre più il motore del mondo”.
E’ ancora presto per tirare le somme di questa settimana della moda. Ma sicuramente il bilancio non sarà dato tanto dai numeri (i buyer hanno già effettuato i tre quarti circa degli acquisti per la prossima primavera-estate, con un budget che sembrerebbe inferiore a quello dell’anno scorso) quanto dal sentiment che i tanti stranieri presenti a Milano in questi giorni ne ricaveranno. Perché oggi almeno il mercato in grado di sostenere l’industria della moda italiana è inevitabilmente quello estero. E forse non è un caso che l’ispirazione di alcune sfilate, quella di Prada in primis, arrivi proprio dall’Oriente.
Ben vengano quindi iniziative in grado di dare più ampio respiro e maggior attrattiva a Milano, che per la prima volta è riuscita a creare intorno alle sfilate alcuni importanti eventi culturali. Qualcosa si muove, dunque, e rende più facile resistere alla sfida con Parigi.