Dopo gli anni di ostriche, champagne e “toga party”, inizia ufficialmente il tempo delle dimissioni. Francesco Battistoni, capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, ha lasciato l’incarico questa mattina, al termine di un lungo incontro in via dell’Umiltà con il segretario del partito, Angelino Alfano. Rimane sospesa invece la posizione di Renata Polverini. La governatrice deciderà se abbandonare o meno la poltrona solo domani, quando il Consiglio voterà i nuovi tagli ai costi della politica.
Prima dell’eventuale addio, Polverini vorrebbe che la norma da lei proposta fosse approvata dall’assemblea. Se arriverà il via libera, probabilmente l’ex sindacalista dell’Ugl rimarrà al suo posto: “Ho condizionato il mio impegno al Consiglio – ha ribadito oggi -. Non sono disposta a pagare le colpe di altri”.
Sembra tuttavia decisivo il ruolo giocato nella partita da Silvio Berlusconi, che negli ultimi giorni ha fatto pressioni sulla governatrice per convincerla a continuare il mandato. E proprio in queste ore il Cavaliere è impegnato in un vertice con lo stato maggiore del Pdl a Palazzo Grazioli. Tra i temi al centro dell’incontro, oltre allo scandalo che ha travolto la Pisana, anche la recente spaccatura all’interno del partito con il fronte degli ex An.
In mattinata Alfano ha lanciato un segnale preciso: “Mai più quello che è accaduto nel Lazio”. Il segretario ha poi convocato martedì prossimo in via dell’Umiltà tutti i capigruppo regionali d’Italia del Pdl.
Intanto, è in corso un nuovo blitz della Guardia di Finanza al Consiglio regionale del Lazio. Gli investigatori del nucleo valutario sono tornati questa mattina alla Pisana in cerca prove. L’obiettivo era confermare le ultime rivelazioni arrivate dal predecessori di Battistoni, Franco Fiorito, accusato di peculato nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione allegra dei fondi pubblici. Un “sistema” definito “senza controllo” dagli inquirenti: sembra che ai soldi si potesse accede “con estrema facilità, anche con una telefonata, e non secondo le procedure stabilite dalle norme”.
Ieri, nel corso di un interrogatorio durato fino a tarda sera, Fiorito ha consegnato ai magistrati “almeno due casse di documenti”. E ha fatto i nomi. I pubblici ministeri della Procura di Roma stanno quindi verificando la posizione di una decina di persone, quasi tutte consiglieri regionali.