Dimezzare il numero degli aeroporti italiani e rafforzare le infrastrutture degli scali superstiti senza alcun intervento da parte dello Stato. Questo l’obiettivo del nuovo piano allo studio del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Come scrive oggi “La Repubblica”, la questione potrebbe essere affrontata dal Governo già nel corso del prossimo Consiglio dei ministri, in calendario per venerdì 24 agosto.
Secondo il progetto – definito insieme all’Enac – degli oltre 60 aeroporti oggi in attività nel nostro Paese ne resterebbero in vita una quarantina, anche se lo scopo finale sarebbe di scendere fino a 33. La maggior parte degli scali minori dovrà quindi chiudere i battenti, a meno che Regioni e Comuni non decidano di investire le proprie risorse per farli sopravvivere.
“Con questo schema definitivo – spiega il presidente dell’Enac, Vito Riggio – gli investitori avranno la certezza di poter decidere su cosa e quanto investire nel settore, mentre il Paese avrà modo di pensare a quali infrastrutture dovranno servire gli scali più importanti. Tutti gli altri aeroporti passeranno agli enti locali, che decideranno se vorranno impiegare soldi pubblici per tenerli in vita”.
Il viceministro alle Infrastrutture, Mario Caccia, ha confermato oggi a margine del Meeting di Comunione e liberazione a Rimini che “il piano nazionale aeroporti dovrà trovare conclusione entro l’anno. Non è tollerabile che in un Paese che deve migliorare l’impiego delle proprie risorse vi sia una quantità di aeroporti che non rispondono a una logica, a una esigenza dell’economia, ma solo al fatto che stanno lì. Noi dobbiamo recuperare risorse, evitare gli sprechi”.
Quanto ai numeri diffusi dal quotidiano, Ciaccia ha spiegato che “la filosofia della riduzione c’è tutta, ma quello che stiamo studiando non è esattamente la stessa cosa. Diciamo che i numeri sono diversi”.
Vediamo ora quale dovrebbe essere il destino dei principali aeroporti italiani:
ROMA FIUMICINO
Il principale hub nazionale da cui transiterà il grosso del traffico nazionale e internazionale da e verso il Centro Italia. Adr ha già predisposto il masterplan da qui al 2030.
ROMA CIAMPINO
Si trasformerà in “city airport” ed ospiterà solo traffico nazionale.
VITERBO
Nuova struttura, ancora tutta da definire, destinata alle low cost. Gli investimenti necessari dovrebbero essere di almeno 1,7 miliardi di euro.
MILANO MALPENSA
Si rafforzerà come scalo intercontinentale e multivettore.
MILANO LINATE
Come Ciampino dovrebbe diventare un “city airport”, ma anche uno scalo privilegiato per la clientela business diretta in Europa.
TORINO E GENOVA
Saranno considerati “scali strategici” e manterranno importanti collegamenti nazionali e internazionali.
VENEZIA
Definito nel piano “nodo intermodale strategico e gate intercontinentale” che, insieme agli scali di Treviso e Trieste, costituirà “la porta d’accesso privilegiata all’Europa orientale”.
BOLOGNA
Diventerà scalo strategico del Centro Nord con il sussidio di Pisa (low cost) e Firenze (business).
NAPOLI, CAPODICHINO E GRAZZANISE
Confermata la natura di “polo strategico” per Capodichino, che sarà ulteriormente integrato con lo scalo di Salerno, in attesa che venga realizzato il nuovo scalo di Grazzanise, su cui sarà dirottata buona parte del traffico campano. A quel punto Salerno diventerà meta i low cost e cargo.
BARI E BRINDISI
Il primo è considerato “polo strategico”, dove transiteranno soltanto voli di linea. La vocazione di brindisi sarà invece quella del low cost.