Forse ce ne eravamo resi conti un po’ tutti, ma oggi è arrivata la conferma dalla Cgia di Mestre. Dal 2002 al 2012 le tariffe pubbliche sono aumentate in modo spaventoso: a fronte di un incremento del costo della vita del 24%, le bollette dell’acqua sono cresciute del 69,8%, quelle del gas del 56,7%, quelle della raccolta rifiuti del 54,5%, i biglietti ferroviari del 49,8%, i pedaggi autostradali del 47,5%, l’energia elettrica del 38,2% e i servizi postali del 28,7%. Unica nota positiva, le teriffe telefoniche che sono calate del 7,7%.
Ma, ci tiene a precisare il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: “L’ introduzione dell’euro centra relativamente poco”. Molto più significativo è stato il “costo sempre più crescente registrato dalle materie prime, in particolar modo dal gas e dal petrolio, dall’incidenza delle tasse e dei cosiddetti oneri impropri, che gonfiano enormemente le nostre bollette, e ai modestissimi risultati ottenuti con le liberalizzazioni”, ha spiegato Bortolussi.
E infatti dal 2000, anno della liberalizzazione, i biglietti dei trasporti ferroviari sono aumentati del 53,2%, contro un aumento del costo della vita pari al 27,1%. Dal 2003 – anno di apertura del mercato del gas – al 2011 il prezzo medio delle bollette è aumentato del 33,5%, mentre l’inflazione è cresciuta del 17,5%. Se tra il 1999 (anno di apertura del mercato) ed il 2011, il costo delle tariffe dei servizi postali è aumentato del 30,6%, pressochè pari all’incremento dell’inflazione avvenuto sempre nello stesso periodo (+30,3%), per l’energia elettrica la variazione delle tariffe, avvenuta tra il 2007 ed il 2011, è stata sempre positiva (+1,8%), anche se più contenuta rispetto alla crescita dell’inflazione (+8,4%).
Solo nei servizi telefonici le liberalizzazioni hanno abbattuto i costi. Tra il 1998 (anno di liberalizzazione) ed il 2011, le tariffe sono diminuite del 15,7%, mentre l’inflazione è aumentata del 32,5%.