Nel confuso quadro dell’immobiliare mondiale destano interesse le sorti di quattro paesi: gli Stati Uniti, alle prese con un mercato oppresso da milioni di case invendute, il Canada, che tra i paesi sviluppati presenta la maggiore sopravvalutazione dei prezzi, la Cina, dove il Governo ha in parte allentato le restrizioni imposte lo scorso anno per impedire il gonfiamento della bolla, e la Germania, dove per la prima volta dall’unificazione una ripresa economica è accompagnata da una fase di ascesa del mercato immobiliare.
I problemi dell’immobiliare Usa oggi non sembrano dipendere da un eccesso di offerta: nel decennio 2002-2011 si è osservata la minore produzione di abitazioni dal 1974. L’attuale fase del ciclo immobiliare inoltre è la prima, dal secondo dopoguerra, in cui il numero di nuovi cantieri avviati ha recuperato così lentamente nonostante fosse in precedenza sceso sotto il milione l’anno. I problemi derivano semmai dalla scarsa domanda.
In Italia il rallentamento del mercato stenta a tradursi in una consistente discesa dei prezzi, mentre continua la flessione delle compravendite scese, nel I trimestre dell’anno, del 19,6%. La caduta delle compravendite non è stata accompagnata da una analoga diminuzione dei prezzi, che dal 2007 a oggi hanno perso poco più del 10%. Secondo le ultime rilevazioni Nomisma, nel corso del I semestre dell’anno i prezzi sono scesi del 3,5%, e nel prossimo biennio registreranno flessioni marginali.
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Allegati: Focus Costagli immobiliare 27 luglio 2012.doc