Il combinato disposto di una creazione di posti di lavoro in Usa maggiore del previsto e di migliori prospettive di soluzione della crisi dei debiti sovrani continua a infondere fiducia ai mercati. In America le buone notizie non si fermano al mercato del lavoro. Anche il settore delle case sta vedendo un rialzo dei prezzi delle abitazioni (che in questo caso è un’ottima notizia) e una forte ripresa di quei rifinanziamenti di mutui che mettono soldi nelle tasche dei mutuatari.
In Europa la contrapposizione fra Draghi e la Bundesbank è ormai aperta: l’era dei faticosi compromessi sta cedendo il passo a una politica meno incerta, di cui si cominciano a vedere i contorni. L’importante è che la Buba è ormai isolata: anche i tradizionali alleati (Olanda, Austria, Finlandia) hanno votato con la maggioranza. Questa mattina l’indice regionale in Asia si avvia a registrare un aumento dell’1,6% (in Cina i regolatori hanno adottato facilitazioni per l’acquisto di azioni della società da parte dei dipendenti della società stessa), e l’euro si è nettamente rafforzato, sfiorando quota 1,24 contro dollaro, anche sulla scia delle dichiarazioni della ‘troika’ sulla Grecia: gli ultimi esami hanno portato a discussioni ‘produttive’.