“Un avvocato previdente non esclude niente a priori, perché deve valutare le situazioni in cui si deve muovere. Il patteggiamento nella giustizia penale è una cosa, nella giustizia sportiva un’altra. L’ipotesi non viene fatta dalla difesa e da Antonio Conte, io non posso dire se ci sarà o meno. Abbiamo definito il primo step ridimensionando l’ipotesi accusatoria, poi valuteremo come muoverci”. Queste le parole di Antonio De Renzis, avvocato di Antonio Conte, appena ricevuta la notizia del deferimento del tecnico della Juventus per omessa denuncia da parte della Procura della Figc in merito al secondo filone del processo sul calcioscommesse.
Le dichiarazioni del legale sintetizzano al meglio i due punti cruciali della vicenda, decisivi per capire le conseguenze che l’inchiesta sta avendo e avrà sul futuro dell’allenatore bianconero (e di due dei suoi attuali giocatori, Simone Pepe e Leonardo Bonucci, anche loro indagati), tirato in ballo dal suo ex giocatore ai tempi del Siena Filippo Carobbio, per le partite Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena del campionato 2010-11, quando appunto siedeva sulla panchian dei toscani.
Innanzitutto, il ridimensionamento dell’accusa, che rischiava, come è stato per Bonucci, di cadere nel ben più grave illecito sportivo: è già una vittoria per Conte, visto che la Procura Figc ha giudicato che non ci sono elementi sufficienti per portare avanti un’accusa che avrebbe comportato, in caso di condanna, una squalifica fino a 3 anni.
Per l’omessa denuncia, invece, lo stop non dovrebbe superare i 6 mesi, anche se il codice di giustizia sportiva, in materia, non stabilisce una sanzione precisa. L’omessa denuncia – stesso capo d’accusa rivolto all’altro giocatore bianconero coinvolto, Simone Pepe – è infatti regolata dal comma 7 dell’articolo 6: “I dirigenti, i soci di associazione ed i tesserati che comunque abbiano avuto rapporti con società o persone che abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati ai commi precedenti, ovvero che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno di detti atti, hanno il dovere di informarne, senza indugio, gli Organi di Giustizia Sportiva”.
L’altro fattore chiave è il patteggiamento, che sarà quasi certamente invocato da Bonucci (che come detto rischia 3 anni per illecito), e che non è affatto escluso dal legale di Conte. Fino ad oggi infatti il procuratore Stefano Palazzi si è mostrato indulgente con chi ha collaborato, anche se non lo stesso atteggiamento conciliante è stato tenuto dall’allenatore pugliese che, all’indomani della notizia dell’indagine a suo carico, in conferenza stampa insieme ad Andrea Agnelli, si era detto indignato e totalmente estraneo ai fatti. Visto però il funzionamento della giustizia sportiva e l’accusa relativamente lieve, patteggiare potrebbe essere un modo per chiudere la partita con una squalifica minima, quantificabile in circa 3 mesi.
Antonio Conte potrebbe così limitare i danni, anche se rischia di saltare già la partita di Supercoppa contro il Napoli in programma l’11 agosto: il processo con rito immediato è infatti in calendario il 2 agosto, e potrebbe arrivare sin da subito la sentenza. In tal caso in panchina siederà il vice Angelo Alessio, anche lui ex giocatore bianconero e già secondo di Conte al Siena, all’epoca dei fatti contestati.
In questa vicenda resta però anche l’imbarazzo della Juve che, pur assolutamente estranea come club all’inchiesta calcioscommesse, si ritrova con tre tesserati coinvolti, anche se al momento delle presunte violazioni non facevano parte del club di Torino. Per adesso nessuna reazione ufficiale, e anzi l’andamento del titolo in Borsa testimonierebbe una certa serenità dalle parti di corso Galileo Ferraris: a Piazza Affari il titolo segna a metà giornata il +1,41%.