Di fronte alla tempesta finanziaria che sta colpendo Italia e Spagna c’è chi pensa che siamo alla vigilia dell’attacco finale della speculazione a due Paesi dell’Eurozona particolarmente esposti agli occhi dei mercati. L’assenza di baluardi decisivi contro il continuo innalzamento dello spread tra i titoli di Stato italiani e spagnoli e i Bund tedeschi, in conseguenza del rinvio del pronunciamento della Corte costituzionale di Germania sulla legittimità del fondo salva Stati, accresce la sfiducia dei mercati sulla capacità dell’Europa di rispondere alla crisi, mettendo in campo mezzi illimitati contro la speculazione.
Proprio la debolezza della risposta europea è all’origine della sfiducia che serpeggia nei mercati e alimenta i sogni della speculazione di origine anglosassone (banche d’affari, banche d’investimenti, hedge fund) di dare la spallata finale alla moneta unica. È questa la ragione della crisi che anche in queste ore sta colpendo i titoli di Stato di Italia e Spagna e che costringe i due paesi – basati su realtà diverse, ma uniti dal contagio finanziario – a pagare rendimenti sempre più alti agli investitori nei loro Bond.
La conseguenza di questa tensione che regna sui mercati e che colpisce i due paesi mediterranei è l’allargarsi progressivo della forbice tra i loro titoli di Stato e quelli tedeschi: in queste ore lo spread Btp-Bund ha varcato la soglia psicologica dei 500 punti base, mentre lo spread spagnolo ha addirittura sorpassato quota 600.
Parallelamente alla crisi dei titoli di Stato la giornata segna il tracollo dei titoli bancari, nel cui portafoglio c’è un’ampia quota di titoli di Stato. Praticamente tutte le banche italiane sono colpite da questa bufera, con punte (come nel caso della Bper) dell’8%, ma a farne le spese sono anche le banche più blasonate come Unicredit, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, oltre a gruppi finanziari fortemente radicati sui mercati internazionali come le Generali. Resta da vedere se le conclusioni dell’Eurogruppo, che ha dato via libera agli aiuti alle banche spagnole, potranno dare un po’ di ossigeno, nella parte finale della seduta di Borsa, anche alle tormentate banche italiane.