Continua l‘escalation di violenza che nelle ultime 48 ore ha travolto Damasco: nella mattinata di oggi, alle 7e 30 locali, il ministro della Difesa Daoud Rajha e il suo vice Assef Shawkat, cognato del presidente Bashar al-Assad, hanno perso la vita in un attentato che ha colpito il quartier generale della sicurezza, dove si stava svolgendo una riunione tra alcuni ministri e i responsabili dell’intelligence.
Ancora incerta la dinamica dell’attentato, anche se è ormai certo che si è trattato di un’esplosione. Rimane da chiarire se a deflagrare sia stata una bomba piazzata prima dell’incontro oppure la cintura esplosiva di un kamikaze. L’attentatore sarebbe un insospettabile, una guardia del corpo del gruppo dirigente vicino ad Assad.
Anche sul numero e l’identità di eventuali altre vittime vige l’incertezza, al momento. L’emittente del movimento Hezbolla ha dichiarato che anche il ministro dell’Interno Mohamad Ibrahima al-Shaar è rimasto ucciso nell’esplosione, mentre la tiv siriana afferma che Shaar è in “condizioni stabili”. Anche Hisham Bekhtyar, capo dell’intelligence, sarebbe rimasto ferito e operato d’urgenza all’ospedale Shami, che al momento è circondato da un cordone di Guardie Repubblicane.
Un gruppo islamico ribelle, Liwa al-Islam, ha già rivendicato su Facebook la paternità dell’attentato, ribadendola poi per via di un portavoce. La stessa rivendicazione, però, è stata fatta anche dal Libero esercito siriano.