Il ministero del Commercio thailandese ha sollecitato le aziende locali a prepararsi a ad affrontare un aumento delle barriere commerciali imposte da molti Paesi in questo periodo di crisi mondiale. Surasak Riangkrua, vice direttore generale del Dipartimento del Commercio estero ha detto che la crisi dell’euro e il rallentato recupero degli Stati uniti ha causato l’aumento del numero delle barriere non tariffarie. Riangkrua ha quindi invitato le aziende thailandesi ad adattarsi alla nuova situazione e a mettere in atto misure che possano garantire la penetrazione nei mercati di interesse.
Il ministero del Commercio thailandese ha elencato alcune di queste misure che, ha detta del Dipartimento, camufferebbero barriere doganali con decisioni prese per garantire la sicurezza dei consumatori. Fra queste, l’imposizione della Ue ai produttori di cibo di rendere i loro carichi riconoscibili in modo da facilitare la tracciabilità dei prodotti. L’Unione europea chiederebbe anche ai produttori di indumenti di mettere in evidenza la provenienza dei materiali grezzi se provenienti dal Terzo mondo.
Dal canto loro, gli Stati Uniti avrebbero imposto nuove misure per l’etichettature di prodotti elettrici e il controllo dell’uso di sostanze fosfate nei prodotti sanitari.
Anche i Paesi asiatici, ricorda Riangkru, hanno adottato misure restrittive, quali limitazioni sull’import di cosmetici (Corea del Sud) e di prodotti per l’automobile (Giappone).
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