“La differenza tra i rendimenti dei titoli pubblici italiani e tedeschi è di gran lunga superiore a quanto sarebbe giustificato dai fondamentali della nostra economia. Riflette generali timori di rottura dell’unione monetaria: un’ipotesi remota, che sta però condizionando le scelte degli investitori internazionali”. Questa l’analisi del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervenenuto questa mattina a Roma all’assemblea dell’Assocciazione bancaria italiana.
RECESSIONE: PIL 2012 QUASI -2%
“L’economia italiana è ancora in recessione – ha continuato Visco – e secondo le previsioni di consenso nella media di quest’anno il prodotto in Italia diminuirebbe di poco meno di due punti percentuali. Al peggioramento dello scenario concorrono l’aumento del costo e il deterioramento della disponibilità di credito indotti dalla crisi del debito sovrano”. L’Italia deve quindi “proseguire nell’azione intrapresa sul duplice fronte della finanza pubblica e delle riforme strutturali, essere pronta a cogliere l’opportunità che sarà fornita dalla stabilizzazione delle condizioni dei mercati finanziari”.
LE BANCHE NON FACCIANO MANCARE CREDITO A IMPRESE
Secondo il Governatore, occorre quindi “rendere il nostro spazio economico favorevole all’attività di impresa, eliminare gli sprechi e rendere più efficiente l’amministrazione pubblica. Le banche italiane devono accompagnare questo sforzo. Mai come oggi sono chiamate a fare bene il loro mestiere”. Gli istituti devono essere “attenti alle prospettive di crescita delle imprese, imprese a loro volta dotate di maggior capitale e più pronte ad accedere direttamente al mercato dei capitali, sono precondizioni perchè il superamento di questa crisi veda l’economia italiana avviarsi a un rilancio duraturo”.
In questa fase, ha sottolineato ancora Visco, “le banche sono chiamate a decisioni difficili: non far mancare finanza alle imprese solide, evitare di prolungare il sostegno a quelle senza prospettive. È l’essenza della sana e prudente gestione. Anche dall’esito di queste scelte dipendono i tempi e l’intensità della ripresa della crescita”.
RAFFORZARE IL CAPITALE, CONSOLIDARE I PROGRESSI
Secondo visco, “i progressi conseguiti dalle banche sul fronte patrimoniale devono essere consolidati. Sulla base di analisi individuali, tarate in base alla maggiore o minore esposizione alle diverse tipologie di rischio, abbiamo chiesto ai singoli intermediari di innalzare ulteriormente i livelli di patrimonio di migliore qualità rispetto a quelli regolamentari”.
LE PRIME 5 BANCHE ITALIANE RISPETTANO I PARAMETRI EBA
Visco ha poi annunciato che le prime cinque banche italiane hanno superato l’esame davanti ai professori dell’Eba. Unicredit, Intesa Sanpaolo, Montepaschi, Banco Popolare e Unione di banche italiane rispettano gli obiettivi di capitale richiesti dall’Autorità bancaria europea, che impone un Core Tier 1 al 10%.
AIUTI DI STATO ALLE BANCHE RESTANO BASSI
Il governatore ha poi sottolineato come “l’entità complessiva degli interventi dello Stato a sostegno delle banche italiane resti bassa nel confronto internazionale. Riflette anche la limitata diffusione di attività di negoziazione di prodotti finanziari opachi e rischiosi”. Tra il 2008 e il 2010 sono stati erogati aiuti di Stato alle banche europee, “sotto forma di ricapitalizzazioni e copertura di perdite, per 409 miliardi di euro, pari al 3,3% del Pil. Sono state utilizzate garanzie sulle emissioni di passività per 1.111 miliardi, il 9,1% del Pil. In Italia, le operazioni sul capitale sono state pari a 4,1 miliardi e allo 0,3% del Pil. E non sono state richieste garanzie da parte delle banche”.
In particolare, “l’ulteriore operazione sul capitale della Banca Monte dei Paschi di Siena sarà dell’ordine dello 0,1% del Pil, mentre le garanzie usate per obbligazioni portate al rifinanziamento presso l’Eurosistema ammontano oggi al 5,5% del Pil”. L’intervento in favore di Mps si è reso necessario – spiega Visco – a causa delle “forti tensioni sui mercati finanziari, che hanno reso proibitivo il ricorso a nuove emissioni di capitale, e per la difficoltà a realizzare piani di dismissione di attività in una situazione di mercato assai tesa. Il raggiungimento dell’obiettivo con modalità alternative avrebbe comportato una riduzione del credito all’economia”.
RIDURRE STIPENDI MANAGER E BUONUSCITE
“Anche le politiche di remunerazione – ha detto ancora Visco – devono volgersi all`obiettivo della riduzione dei costi. Dal marzo 2008, quando la Banca d’Italia ha emanato le prime disposizioni di Vigilanza in materia di remunerazioni, le principali banche italiane hanno compiuto progressi: la retribuzione complessiva corrisposta alle figure di vertice dell`esecutivo è diminuita nell`ultimo biennio; si è ridotta l`erogazione di bonus. Il contenimento non è ancora sufficientemente diffuso tra i gruppi bancari quotati di medie dimensioni né ha riguardato tutte le figure apicali”.
“La Banca d`Italia – ha aggiunto – si attende che le banche ridimensionino anche l’entità delle buonuscite: trattamenti troppo generosi pongono vincoli alla prudente gestione e al corretto funzionamento dei meccanismi di governance”.