All’indomani della vittoria italiana nella semifinale dell’europeo di calcio, il viceportavoce della signora Merkel ha glissato così a chi gli chiedeva un commento della Cancelliera sulla partita: «Al momento il calcio non è al centro suoi pensieri, sa com’è andata, le basta». Nei momenti in cui la selezione tedesca subiva due goal sul campo di Varsavia per merito di Mario Balotelli, anche la delegazione tedesca in sede europea accusava il colpo per merito di un altro Mario, il Presidente del Consiglio italiano Monti. Il fatto che la signora Merkel abbia alla fine accettato uno scudo anti-spread, la creazione di un’unione bancaria e aiuti diretti alle banche dal veicolo di stabilizzazione ha scosso la stampa tedesca e molti deputati quasi quanto il 2-1 della semifinale ha infranto le speranze degli undici allenati da Joachim Löw.
Nella seduta del Bundestag di ieri, nel corso della quale il Parlamento ha approvato a larga maggioranza il Fiscal Compact e il trattato istitutivo del fondo di stabilizzazione ESM, anche l’opposizione è andata all’attacco, denunciando il paradosso per cui ciò che si è votato ieri (ossia il principio di condizionalità per l’erogazione dei fondi agli Stati membri in difficoltà e l’esclusione esplicita di un aiuto diretto agli istituti di credito da parte del veicolo di stabilizzazione) è già stato contraddetto, e quindi superato, il giorno prima dall’accordo adottato a Bruxelles. Ai socialdemocratici, che pure hanno plaudito la stipulazione di un patto per la crescita, l’accordo non è quindi andato giù completamente. Per il responsabile delle politiche bilancio dell’SPD, Carsten Schneider «l’Italia ha vinto due volte: sul campo da calcio e a Bruxelles», visto che Mario Monti è riuscito nell’impresa di eliminare le imposizioni della Troika (sostituendole con un memorandum di intesa) per quei paesi che vogliano d’ora in poi fare domanda di aiuto ai veicoli di stabilizzazione. Dalle fila democristiane si è cercato di minimizzare, sottolineando che vi sarà pur sempre la vigilanza della BCE e che è improprio parlare di vittorie e sconfitte, visto che gli accordi vengono stipulati soltanto per il bene dell’Euro e dell’unione monetaria.
Mentre la CDU ridimensionava la sconfitta della Kanzlerin, Der Spiegel raccontava invece ogni dettaglio del suo inatteso tracollo in un puntuto reportage. In particolare, ha scritto il settimanale tedesco, è stata la tattica negoziale di Monti (seguito da Rajoy e Hollande) a pagare. Per evitare un blocco sul patto per la crescita e tornare a mani vuote, la Cancelliera ha scelto il male minore: l’allentamento della pressione sugli Stati membri, che pagano tassi di interesse troppo elevati e le cui banche andranno ricapitalizzate. Prima di arrivare all’alleggerimento, però, dovrà ancora passare molta acqua sotto i ponti, ha promesso la signora Merkel. Nella sua comunicazione al Bundestag prima del voto, Angela Merkel ha voluto sottolineare che l’unione bancaria e l’autorità di vigilanza comune si avranno soltanto nel medio periodo. Una proposta da parte della Commissione verrà redatta entro fine anno. In realtà, la scelta di ieri costituisce un precedente non da poco, visto che anche gli altri paesi che ricevono o hanno ricevuto fondi dall’EFSF per ricapitalizzare il settore bancario cercheranno di ottenere clausole di favore che evitino il coinvolgimento dell’FMI nelle trattative sull’erogazione degli aiuti. Il blocco anti-Merkel ha incominciato a farsi sentire…