In uno scenario 2011 di complessiva difficoltà, con il mercato assicurativo italiano caratterizzato da una decisa contrazione della raccolta premi (-12,5% sul 2010), i broker hanno ulteriormente incrementato la propria incidenza: il totale dei premi è salito a 22,2 miliardi di euro (+4% sul 2010) per una quota di mercato complessiva del 21,1% (17% nel 2010); nei soli Rami Danni i broker operanti in Italia hanno gestito 17,7 miliardi di euro, per una quota del 48,9%, (47,7% nel 2010) sul totale di 36,3 miliardi.
A fronte di un calo del numero di agenti assicurativi operanti sul territorio, la professione del broker ha registrato un’ulteriore espansione: a fine 2011 risultavano iscritte al RUI (Registro Unico degli Intermediari) 1.683 aziende di brokeraggio, con un incremento di quasi il 10% rispetto alle 1.531 di fine 2010.
Sono questi i dati più rilevanti sull’andamento del mercato del brokeraggio emersi dall’Assemblea Annuale AIBA (Associazione Italiana dei Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni) svoltasi oggi a Milano.
“Sono dati significativi – afferma il Presidente di AIBA Francesco G. Paparella – ancor più interessanti se legati a un complessivo andamento della raccolta del mercato in forte depressione.
Ciò dimostra che i broker sono in grado, anche in una fase difficile come l’attuale, di garantire crescita ed occupazione. Sono certo di poter affermare che i risultati attuali dimostrano la reale capacità imprenditoriale e professionale di tutta la categoria”.
Il mercato italiano dei broker
Il mercato assicurativo italiano, secondo i dati diffusi dall’Isvap, ha registrato nel 2011 una raccolta premi di 110,2 miliardi di euro, in calo del 12,5% (-14,8% in termini reali) rispetto ai 125,9 miliardi del 2010.
La crisi colpisce principalmente i Rami Vita che riducono sensibilmente la loro incidenza sul mercato attestandosi sui valori registrati prima del 2008, con una raccolta premi che si ferma a 73,8 miliardi (-18% sul 2010). Dopo tre anni di continua flessione i Rami Danni si stabilizzano sui livelli dell’anno precedente a 36,3 miliardi (+1,4%).
Complessivamente, i Rami Danni corrispondono al 33% del totale della raccolta del mercato assicurativo italiano (era il 28,5% nel 2010; 31,2% nel 2009) e la raccolta del solo ramo Rc Auto rappresenta il 48,9% dei rami danni e il 16,1% della raccolta complessiva, con un incremento del 4,7%.
Tra gli altri rami, registrano un incremento della raccolta la Tutela Legale (+4,2%), l’Assistenza (+7,2%) e le Perdite Pecuniarie (+9,1%). Il resto delle coperture risultano in decremento rispetto al 2010.
Aiba rappresenta in Italia il 90% della categoria per giro d’affari
AIBA conta oggi su 1.136 aziende associate, tra società e ditte individuali, che rappresentano un giro d’affari pari al 90% di quanto complessivamente gestito dal mercato del brokeraggio assicurativo italiano.
Nuova direttiva europea sull’intermediazione assicurativa
È attesa per il 2013 la nuova direttiva europea sull’intermediazione assicurativa (IMD2) attualmente all’esame della Commissione Europea. La normativa IMD2 andrà a revisionare quella precedente (direttiva 2002/92/CE sulla intermediazione assicurativa) ai fini di coordinamento con le disposizioni di Solvency II e delle altre direttive UE che intervengono, direttamente e indirettamente, sul tema dell’intermediazione di prodotti assicurativi e finanziari, come ad esempio quelle su e-commerce, vendita a distanza e MIFID.
“Sappiamo che la Commissione presenterà nei prossimi giorni il testo di proposta di nuova direttiva in materia di intermediari assicurativi e quasi congiuntamente arriverà la nuova regolamentazione in materia di PRIPS (Packaged Retail Insurance Products)”, ha detto Francesco G. Paparella. “L’azione congiunta delle Associazioni nazionali e del Bipar (European Federation of Insurance Intermediaries) ha consentito di avere un testo che mette sullo stesso piano gli obblighi di informativa sui caricamenti distributivi delle compagnie di assicurazioni dirette rispetto a quelli degli intermediari in tema di provvigioni. Obiettivo irrinunciabile rimane la realizzazione di condizioni paritarie che non privilegino gli interessi di una categoria rispetto a un’altra, un Paese membro rispetto ad un altro”.