Ufficializzare gli acquisti calmierante della Bce o del nuovo fondo salva-Stati Esm sul mercato secondario dei bond nazionali quando lo spread dei diversi Paesi supera una certa soglia d’allarme. Questa l’idea su cui si discute nel “grande negoziato” europeo per fronteggiare la crisi dei mercati finanziari. Lo ha confermato il ministro italiano delle Politiche comunitarie Enzo, Moavero Milanesi: “E’ una riflessione in atto che coinvolge governi e banche centrali – ha detto -, è solo un’idea, una proposta definita di meccanismo ancora non c’è”.
Il fatto che l’argomento sia materia di discussione in questi giorni decisivi di preparazione del Vertice Ue di fine mese non vuol dire che sarà accettata o che resterà fra le opzioni possibili per i prossimi tempi. In ogni caso nei prossimi giorni l’idea dovrebbe materializzarsi in qualcosa di scritto che comincerà a circolare fra le capitali. Stando al ministro, non si può ancora parlare di un piano definito, ma solo di ipotesi ancora in formazione.
“Il problema è come affrontare nell’unione monetaria la divaricazione degli spread sui titoli di alcuni paesi in difficoltà rispetto ai titoli tedeschi – ha spiegato Moavero Milanesi -. L’idea è di un meccanismo d’intervento che scatta quando la forbice tra gli spread si allarga eccessivamente con pesanti ripercussioni” sugli Stati. La proposta è stata elaborata dall’Italia e se ne e’ cominciato a parlare in sede bilaterale, innanzitutto con gli incontri italo-francesi ai massimi livelli.
Tuttavia, una griglia di valori degli spread oltre i quali scatterebbe l’intervento europeo metterebbe in discussione un principio basilare (peraltro scritto nel Trattato Ue): l’indipendenza della Banca centrale europea.