Le banche estere in Italia puntano su famiglie e imprese ma non sul pubblico. Lo indicano i dati dell’Associazione italiana banche estere che per il 2011 segnalano un aumento dei finanziamenti alle famiglie del 10% e una quota di mercato in salita al 19,6% dal 18,6%, un +4% degli impieghi verso le imprese (e quota di mercato stabile al 12,6%) mentre risulta in calo del 20% l’esposizione della pubblica amministrazione. Un sentiment a due velocità – ha commentati Guido Rosa, presidente dell’Aibe: permangono e crescono i finanziamenti concessi al sistema privato, ma diminuisce la fiducia verso tutto ciò che è pubblico”. Lo sconforto verso il pubblico nasce dalla constatazione che il sistema Italia non riesce a cambiare.
Significativo il dato sui mutui: è infatti in crescita la quota degli esteri nel segmento anche a causa delle tensioni sulla provvista che hanno impattato soprattutto sulle banche italiane. È in salita al 28% la quota degli istituti internazionali sulle nuove erogazioni di mutui.
Nel complesso gli istituti stranieri hanno aumentato gli impieghi in Italia del 3% contro lo 0,7% della media nazionale portando così la propria quota di mercato sui finanziamenti complessivi al 16,3% dal 16,1%. Al contrario a fine 2011 la quota di debito pubblico in mano a investitori esteri è scesa al 40% dal 47% di giugno 2011. Secondo Fitch la contrazione è proseguita e a fine marzo attestandosi al 32%. Escludendo da questo computo gli investimenti diretti effettuati dalle case madri delle banche estere e dagli istituti non presenti in Italia, l’ Aibe rileva che la quota di titoli di Stato detenuta da filiali è passata dal 17,2% del 2010 all’8,5% di marzo 2012. Va notato invece che resta molto rilevante l’attività di soggetti esteri nelle negoziazioni all’ingrosso del debito pubblico: nel comparto cash dell’Mts la quota “estera” è stata pari all’86%.