Una risposta agrodolce, quella dell’Irlanda. E’ stato l’unico Paese i cui cittadini hanno avuto il privilegio di scegliere se trasferire o meno la sovranità fiscale a Bruxelles e Francoforte. E se da una parte gli elettori danno il via libera al nuovo patto di bilancio europeo, sono emersi anche i lati più amari della situazione del Paese.
Secondo fonti governative i sì avrebbero superato i no con oltre il 60% dei voti. Tuttavia gli spogli sono iniziati alle 9.00 locali e solo nel pomeriggio si saprà il verdetto finale. E’ il segnale che ci si è resi conto che c’è bisogno di un’Europa più forte e più unita. Come ha ricordato ieri il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, è necessario che gli obiettivi fiscali, e politici, dei diversi Paesi dell’Unione convergano tra loro.
E l‘Irlanda sembra avere fiducia nelle misure imposte dall’Europa che, per quanto dure, sembrano portare i semi di un miglioramento. Anche perché, come ha dichiarato Maire Geoghegan-Quinn, commissario europeo per la ricerca e la scienza: “Il si è la certezza, il no è la terra di nessuno”. Considerando che il prossimo anno l’Irlanda vorrà tornare a finanziarsi sui mercati, concedere all’Europa la possibilità di rafforzare la moneta unica contro le armi della speculazione sembra la decisione più saggia.
Sul fronte dell’economia reale la situazione è più delicata. Il maggiore problema dell’Irlanda era il rapporto deficit/Pil che, negli ultimi due anni è sceso dal 31,2% al 13,1%. Ma il Prodotto interno lordo quest’anno segnerà un nuovo rosso (-1,3% secondo i dati ufficiali) e la disoccupazione è quasi al 15%. Eppure i miglioramenti sul lato fiscale sono incoraggianti e dal 2013, secondo gli economisti, la tendenza si invertirà e si inizieranno a raccogliere i frutti della crescita.
Non è mancato un risvolto negativo della medaglia: solo il 50% degli elettori eleggibili si è recato alle urne, segnale di una popolazione stanca e poco interessata alle politica europea. Anche i cittadini che hanno votato no sono l’espressione di una volontà di cambiamento. Le campagne messe in atto dai partiti contrari al Fiscal Compac, infatti, hanno distorto il voto trasformandolo in un no all’austerità. Al contrario è probabile che, se l’Irlanda dicesse no al patto di bilancio, le sofferenze a cui andrebbe incontro potrebbero essere ancora maggiori.