La sfuriata di Gianluigi Buffon contro i magistrati diventa improvvisamente più comprensibile. Nel calderone torbido del calcioscommesse potrebbe finire anche il portierone della nazionale, su cui sono in corso accertamenti da parte della Procura di Cremona. E i pm di Torino hanno inviato una nota riservata ai colleghi lombardi per chiedere alcuni documenti che potrebbero rivelarsi utili ai fini di un’inchiesta aperta nel maggio 2011 proprio sul numero uno juventino. Si parla di un giro di scommesse da un milione e mezzo di euro. Buffon non è indagato sul versante penale, ma qualsiasi scommessa sportiva è espressamente proibita ai tesserati Federcalcio.
Tutto iniziò con un’informativa della Guardia di Finanza in cui si parlava di “un conto corrente intestato a Buffon Gianluigi” che aveva “registrato un’anomala movimentazione caratterizzata dall’emissione, nel periodo gennaio 2010-settembre 2010 di 14 assegni bancari, di importi tondi compresi tra 50mila e 200mila euro, per un totale di 1.585.000 euro, tutti a favore di Massimo Alfieri titolare di tabaccheria a Parma, abilitata, tra l’altro, alle scommesse calcistiche“.
L’avvocato di Buffon, Marco Valerio Corini, contattato dalla Banca “non ha voluto dettagliare le ragioni dell’operatività segnalata”, limitandosi “a descrivere il beneficiario degli assegni come persona di assoluta fiducia, spiegando che i trasferimenti di liquidità sono volti a tutelare parte del patrimonio personale di Buffon”. Ma l’istituto, si legge ancora nell’informativa, “ipotizza che le liquidità possano essere oggetto di scommesse vietate”.