Il governo ha chiesto la fiducia nell’Aula del Senato su un pacchetto di quattro emendamenti al Ddl Lavoro che racchiudono l’intero testo, con qualche modifica rispetto al provvedimento varato dalla commissione Lavoro. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda.
I quattro capitoli riguardano la flessibilità in entrata, la flessibilità in uscita, gli ammortizzatori sociali e la formazione. La conferenza dei capigruppo deve ora stabilire i tempi delle votazioni, che dovrebbero concludersi entro domani.
Intanto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, è tornato a parlare di articolo 18: “Non lo abbiamo distrutto, perché è un valore, ma ne abbiamo limitato alcune applicazioni eccessivamente punitive nei confronti dell’attività dell’impresa e quindi in definitiva dei lavoratori e della loro occupabilità”.
Quanto all’impianto generale della riforma – ha spiegato Fornero – si sviluppa lungo “quattro direttrici”: la “riorganizzazione delle forme contrattuali, rispetto alla quale abbiamo avuto la critica di essere stati da un lato troppo severi nel limitare la disponibilità di queste forme contrattuali per le imprese e, dall’altro, troppo poco severi nel cancellare forme contrattuali che nella pratica hanno condotto alla precarietà. In questo, come in altri ambiti della riforma, abbiamo scelto di lavorare con il cesello, non con l’accetta. Abbiamo scelto di cercare di salvare ciò che di buono c’è in ciascuna forma contrattuale, contrastando le cattive pratiche che, anziché rendere flessibile il lavoro, lo hanno reso precario”.
La “revisione radicale del sistema degli ammortizzatori, anche attraverso meccanismi di condizionamento” e l’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego), ha detto ancora il ministro, “crediamo siano una buona cosa, più universale rispetto agli attuali istituti di protezione del reddito, meno duratura nel reddito e più condizionata nella persistenza temporale”.
Infine, ha concluso Fornero, “c’è un elemento importante che deve rendere operativo tutto il sistema: le politiche attive per il lavoro, uno degli aspetti che ci viene maggiormente rimproverato a livello internazionale. I nostri corsi di formazione e di riqualificazione. Il nostro sostegno a chi cerca lavoro o all’impresa, che cerca invece persone da occupare, e la nostra azione in questi ambiti sono considerati estremamente insoddisfacenti. È una scommessa che bisognerà vincere e in ciò sarà essenziale il lavoro delle Regioni”.