In Emilia la terra continua a tremare. Sono state circa 70 scosse di terremoto registrate durante la notte nella zona colpita in dieci giorni da due violenti sismi di magnitudo 5.9 e 5.8. In tutto hanno causato un totale di 23 morti e circa 14.000 sfollati.
SCOSSE – Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), delle scosse registrate dalla mezzanotte alle 5:15 di oggi la più forte è stata alle 3:54, con magnitudo 3.4 ed epicentro in prossimità dei comuni modenesi di Camposanto, Cavezzo, Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro e di quello mantovano di San Giovanni del Dosso.
SOCCORSI – Nonostante le continue scosse, non si ferma la macchina dei soccorsi. Trovato morto a Medolla l’ultimo disperso nel crollo dell’azienda Haematronic di Medolla, provincia di Modena, uno dei comuni più colpiti dal terremoto di ieri. I morti salgono così a 17, con 350 feriti e 8mila sfollati.
GOVERNO – Il Consiglio dei ministri, riunitosi in mattinata, ha approvato per decreto il piano d’emergenza, disponendo la deroga del Patto di stabilità, entro un limite definito per i Comuni, delle spese per la ricostruzione, ed estendendo lo stato di emergenza alle Province di Reggio Emilia e Rovigo. Al Presidente della Regione Emilia-Romagna sono affidati i compiti di Commissario per la ricostruzione. Per finanziare l’emergenza il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’aumento di due centesimi delle accise sui carburanti ed ha stabilito rinvio dei versamenti fiscali e contributi a settembre. I danni al distretto agroalimentare sono per ora quantificati per oltre 500 milioni. Intanto esplode la polemica Confindustria, il presidente Squinzi difende gli imprenditori: “Artificiosa la polemica sul crollo dei capannoni”.
NAPOLITANO – Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha bacchettato gli enti deputati alla prevenzione: “Abbiamo il problema di cambiare i comportamenti anche come politiche pubbliche che dal lato della prevenzione sono state gravemente inadeguate”. Il Capo dello Stato ha anche confermato la discussa parata militare del 2 giugno (per i quali esponenti politici e opinione pubblica avevano chiesto l’annullamento, come accadde nel 1976 in occasione del terremoto di Gemona del Friuli), precisando però che “i festeggiamenti saranno sobri”.