In Cina un giornale locale è andato a ruba: ha pubblicato una lista di nomi, mettendo alla gogna 192 dipendenti pubblici e parapubblici che sono pagati – o i cui posti sono riservati per loro pur non essendo pagati – ma che non lavorano. Il giornale – Yongkank Daily, nella provincia Zhejiang della Cina orientale – ha usato una lista compilata dal governo cittadino, e che include un vicedirettore dell’amministrazione municipale che ha avuto un permesso per assentarsi dal lavoro nel 2003, ma che ha continuato a ricevere lo stipendio da allora. Le regole stabiliscono che le amministrazioni pubbliche possono licenziare chi si assenti dal lavoro per 10 giorni consecutivi o 20 nell’anno.
Questa inziativa dello Yongkank Daily rivela il fermento che attraversa la comunità civile cinese. Impedita nell’usare le libertà politiche tipiche dei paesi occidentali (libere elezioni, multipartitismo…) cerca l’affermazione di se stessa nella protesta civilca e nella ribellione ai privilegi di quella che in Italia si chiama la ‘casta’.
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