Le partite incriminate sono Novara-Siena 2-2 del 30 aprile 2011 e AlbinoLeffe-Siena 1-0 del 29 maggio dello stesso anno. Fermo restando che le accuse arrivano per ora solo dal verbale dell’ex calciatore della squadra toscana, Filippo Carobbio, sulla base di dichiarazioni rilasciate alla Procura di Cremona il 29 febbraio scorso, e che per ora non ci sono azioni da parte della Procura stessa (che indaga da un anno sul calcioscommesse), la notizia sta gettando più di un’ombra sull’attuale allenatore della Juventus campione d’Italia, Antonio Conte, all’epoca dei fatti tecnico del Siena.
Stando all’interrogatorio dell’ex centrocampista del Siena, non si tratterebbe più di una semplice omessa denuncia, come inizialmente emerso da indiscrezioni, ma di un possibile capo d’accusa da brividi: doppio illecito in competizioni sportive. Nessun problema per la Juventus, visto che Conte era appunto all’epoca dei fatti sulla panchina dei toscani (che portò in serie A), anche se è molto probabile che la vicenda abbia conseguenza personali per il tecnico pugliese a livello sportivo oltre che di magistratura ordinaria. E dunque con possibile deferimento ed eventuale squalifica, che porrebbe fine al suo ciclo vincente – appena iniziato – alla guida della Vecchia Signora.
Ma procediamo con ordine. La prima chiamata in causa arriva per la sfida disputata il 30 aprile 2011. Ecco ciò che Carobbio fa mettere a verbale: “Ci fu un accordo per il pareggio – ha dichiarato il calciatore ai pm cremonesi – e in effetti ne parlammo durante la riunione tecnica. Eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarci di conseguenza durante la sfida. Lo stesso allenatore, Antonio Conte, ci disse che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara. Non sono certo su chi si accordò per primo, ma Drascek venne nel nostro ritiro e ne parlò con Vitiello. Quello è stato il contatto iniziale, ma poi fu comunicato all’intera squadra e io ne discussi in campo prima del match con Bertani e Gheller, giocatori del Novara”.
Ancora più dettagliata la ricostruzione della seconda partita sospetta. “Al termine di Siena-AlbinoLeffe dell’8 gennaio 2011 – queste le parole di Carobbio alla Procura di Cremona -, l’allenatore in seconda, Stellini, chiese a me e a Terzi di contattare qualcuno degli avversari per prendere accordi sulla partita del ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse maggiormente bisogno. Ne parlai con Garlini, un senatore dell’AlbinoLeffe, e Terzi che contattò Bombardini, entrambi mostrarono la loro disponibilità. Nel tardo pomeriggio, o in serata, del giorno prima della gara AlbinoLeffe-Siena del 29 maggio, ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo del ritiro al Park hotel di Stezzano, in provincia di Bergamo. Vennero Sala, Passoni e Poloni, quest’ultimo collaboratore tecnico dell’AlbinoLeffe, che s’incontrarono con me, Nando Coppola e un altro del Siena che non ricordo. In quell’occasione ci accordammo per dare i punti all’AlbinoLeffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente ai playout, ma chiedemmo di limitare la sconfitta a un solo gol di scarto, possibilmente 1-0. Sia per cercare di mantenere la miglior difesa, sia per evitare clamori per un risultato eclatante. In settimana si parlò molto tra società, calciatori e allenatore sull’accordo raggiunto. Qualcuno voleva vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio previsto. Ma alla fine fummo tutti d’accordo, squadra e allenatore, nel lasciare la vittoria all’AlbinoLeffe”.
Va chiarito, ancora una volta, che le accuse, benché pesantissime, non hanno al momento trovato alcun riscontro da parte degli investigatori. Serviranno ben altri riscontri, sui quali i magistrati stanno lavorando. La posizione della Juventus è intoccabile, ma quella del suo allenatore (che qualche mese fa, dopo le prime indiscrezioni, definì la questione una “non notizia”), è ancora tutta da verificare.