Mors tua, business mio. Mentre la Grecia arranca verso nuove elezioni politiche che potrebbero sancire la sua uscita dall’euro – oggi per la prima volta un commissario di Bruxelles ha ammesso che Ue e Bce si stanno preparando all’eventualità -, c’è già chi pensa di poter trarre profitto dall’addio di Atene. Non sorprende che l’azienda in questione non abbia nulla a che fare con l’euro, visto che i suoi bilanci sono compilati in sterline.
Secondo le indiscrezioni diffuse dal Times, il gruppo britannico De La Rue si sta preparando alla possiblità di stampare dracme. Nuovo modello, naturalmente: dracme 2.0. L’aspetto ironico è che si tratta di un’iniziativa autonoma. Prevenire è senz’altro meglio che curare, ma finora nessuno ha mai chiesto a questi signori inglesi di soccorrere i greci stampando arbitrariamente una nuova moneta. Né Bruxelles, né Francoforte, né tantomeno Atene, che anzi ne farebbe volentieri a meno.
La società tipografica De La Rue stampa circa 150 tipi di banconote per diversi committenti esteri (produce anche l’euro) e ha deciso di attrezzarsi con debito anticipo. Secondo un analista del settore, ci vogliono almeno sei mesi per preparare una nuova banconota, dato che bisogna poterne valutare i sistemi anti contraffazione.
In ogni caso, anche se prima o poi fosse davvero necessario produrre nuove dracme, in Grecia hanno pur sempre una Banca centrale. E non sembra intenzionata a farsi rubare il mestiere.