Può tirare un sospiro di sollievo Carlo Ruta, giornalista e autore del blog “Accade in Sicilia”, accusato di diffamazione e di stampa clandestina, per aver riportato sul suo blog, nel 2004, alcuni documenti inerenti all’assassinio dei Giovanni Spampinato, giovane giornalista ucciso a Ragusa nel 1972. Ruta, condannato nei primi due gradi d’appello è stato, infatti, assolto in Cassazione.
Adesso, insieme a lui, possono esultare tutti i blogger d’italia, perchè la sentenza della terza Sezione della Corte stabilisce che i blog non sono testate giornalistiche e che, quindi, non devono essere registrati in tribunale. Questo implica, come ovvia conseguenza, che i blog non possono essere colpevoli, per loro stessa natura, del reato di stampa clandestina.
Si chiude dunque così un vicenda iniziata ormai otto anni or sono, che aveva visto la condanna di Ruta, per diffamazione e stampa clandestina, presso il Tribunale di Modica, prima, e poi presso la Corte d’Appello di Catania. Una vicenda che, per la sua unicità, aveva coagulato intorno a sè un dibattito che aveva valicato i confini nazionali, allargandosi a tutta l’Europa, con diverse manifestazioni di solidarietà per il blogger siciliano.
La comunità dei blogger italiani, e più in generale la rete, possono quindi cantare vittoria, ma per il momento ancora a bassa voce, timidamente. Perchè la sentenza della Cassazione si colloca comunque in un quadro normativo ancora amiguo e confuso, oltre che oggettivamente vetusto, sull’argomento, un quadro che manca ancora di una legge organica ed aggiornata. L’assoluzione di Ruta, per quanto importante, rimane solo il primo mattone di una strada che dovrà essere lastricata con cura.